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Linea nemica

Regia di Renny Harlin vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Linea nemica

di berkaal
6 stelle


Quanto c'è di vero nella pellicola? Molto poco, in verità: c'è la guerra che durò effettivamente cinque giorni nell'agosto del 2008, la questione internazionale, gli eccidi, insomma tutto ciò che fa da sfondo alla vicenda principale, che però è completamente frutto di fantasia, e che fantasia! Le situazioni sono alquanto inverosimili, i combattimenti sono improbabili da un punto di vista squisitamente militare, i ripensamenti ed i gesti magnanimi che segnano alcuni snodi decisivi della storia sono pura utopia, anzi, verrebbe da dire favoletta, e poi ci sono i "nostri" che arrivano sempre all'ultimo secondo, manco fosse "Ombre Rosse"!

 

Ma c'è un'altra questione che rischia di minare la credibilità dell'operazione. Nonostante le dichiarazioni di Mikheil Saakashvili, che ha assicurato che il film non sia stato finanziato dal governo della Georgia, sembra che i soldi, 12 milioni di dollari, siano arrivati tra gli altri da Koba Nakopia, membro del partito del presidente e da Mirza Davitaia, ministro attuale del governo di Tbilisi e titolare di altro dicastero anche al tempo della guerra. Ergo, questo film non è che il punto di vista della Georgia della guerra svoltasi nel 2008, e così gli eccidi che vengono rappresentati sono solo quelli dei separatisti dell'Ossezia e dei russi nei confronti dei georgiani, mentre secondo Human Rights Watch entrambe le parti compirono gravi violazioni dei diritti umani con conseguenti perdite di vite umane tra la popolazione civile. Assume quindi un particolare sapore la bella frase che appare all'inizio del film:

 

"The first casualty of war is truth"

 

(la prima vittima della guerra è la verità) che ironicamente si potrebbe anche riferire a come in questa pellicola venga data una visione non del tutto equilibrata della realtà: forse, come spesso accade, la colpa non sta tutta da una sola parte.

 

Altra considerazione che lascia il tempo che trova: ma in mezzo a tutte queste esplosioni, esecuzioni, sbudellamenti, come si fa a ficcarci dentro una storiella d'amore? Boh....

 

Veniamo alle cose che funzionano: un inizio folgorante, elettrizzante, notevoli movimenti di camera, ritmo frenetico, cast convincente, buona fotografia, lo scorcio sulla vita e sulle tradizioni locali (a parte l'arrivo a Tbilisi che sembra uno spot turistico), buoni effetti speciali, la pellicola crea interesse e lo mantiene vivo fino alla fine, quando si passa a filmati di repertorio e alle dichiarazioni di persone che hanno perso familiari e parenti vittime degli eccidi. Già visto, indubbiamente, ma molto toccante.

Sulla trama

Iraq: Thomas Anders è un reporter americano, si reca ad un incontro per intervistare uno dei capi dei terroristi ma l'appuntamento si rivela una trappola, l'auto sulla quale viaggia viene bersagliata da un tremendo fuoco incrociato e Miriam, una giornalista di cui si era innamorato, viene uccisa. Solo l'intervento di soldati georgiani delle forze della coalizione riesce a salvarlo, strappandolo alla stessa sorte. Tornato a casa, viene però chiamato in Georgia da un amico giornalista, Dutchman, perché la situazione sta precipitando e si profila un conflitto con i separatisti dell'Ossezia del Sud, dietro i quali c'è la Russia. Una volta giunto nel paese caucasico, Thomas ed il suo fido cineoperatore Sebastian Ganz vengono coinvolti nei combattimenti e sono testimoni di atrocità contro la popolazione mentre la Georgia, abbandonata a se stessa dai paesi occidentali, si trova a fronteggiare una spietata aggressione senza quartiere.

Sulla colonna sonora

E' di Trevor Rabin, ex chitarrista degli Yes, abbastanza buona. C'è anche qualcosa di locale, apprezzabile, ed un unico neo, una canzone di Katie Melua, decisamente pleonastica.

Cosa cambierei

Maggior serietà, coerenza ed equilibrio sarebbero stati opportuni.

Su Renny Harlin

Renny Lauri Mauritz Harjola detiene un poco invidiabile primato: il suo "Corsari" (Cutthroat Island) è citato sul Guinness Book Of World Records come il più grande flop al box office di tutti i tempi. Costato 115 milioni di dollari, ne incassò solo 11. Ma imperterrito come alcuni politici di casa nostra, questo non gli impedì di proseguire, e col film successivo ("Spy") distrusse definitivamente la carriera dell'allora moglie Geena Davis, che da allora non si è più risollevata. In questo "5 Days Of War" molte sue scelte sono opinabili, ma complessivamente il suo contributo è positivo, per quanto criticabile in certi aspetti.

Su Rupert Friend

Ricorda un po' Orlando Bloom, la sua prova è discreta, sufficientemente credibile.

Su Val Kilmer

Nessuno lo chiamerebbe più ad impersonare Jim Morrison, e la stazza conferisce necessariamente alle sue interpretazioni delle sfumature buffe ed ironiche. La parte è comunque trascurabile.

Su Andy Garcia

Assomiglia in modo impressionante al presidente Saakashvili, ma sarebbe stato opportuno scegliere un attore che potesse esprimersi in georgiano, anche se sottotitolato, soprattutto nel discorso finale alla folla, e non in un inglese stentato.

Su Dean Cain

Vedi sopra: il segretario georgiano del presidente che gli parla sempre in un inglese maccheronico. Scelta molto discutibile.

Su Emmanuelle Chriqui

L'attrice canadese figlia di marocchini ebrei sefarditi se la cava bene, e per me che non capisco il georgiano è assolutamente credibile. Ma bisognerebbe chiedere agli indigeni....

Su Heather Graham

Tutte avvenenti le donne in questo film (un'altra è Anna Walton): ha una particina all'inizio, interpreta Miriam, la ragazza di cui è innamorato il protagonista.

Su Mikko Nousiainen

Interpreta Daniil, buona prova.

Su Richard Coyle

E' Sebastian Ganz, operatore ed amico di Thomas. Buona l'intesa con Rupert Friend, frutto di un'amicizia anche fuori dal set.

Su Antje Traue

Forse la più interessante del reparto femminile, l'attrice della Germania est interpreta Zoe, una fotografa d'assalto. Saltella noncurante come la vispa Teresa tra shrapnel ed esplosioni: molto bella, ma poco credibile.

Su Rade Serbedzija

Attore serbo di grande fascino e carisma, nell'unica scena che gli è concessa fornisce a mio avviso la prova migliore del film nei panni del colonnello Alexandr Demidov.

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