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Le paludi della morte

Regia di Ami Canaan Mann vedi scheda film

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La recensione su Le paludi della morte

di mc 5
10 stelle

Ricordo che quando vidi per la prima volta il trailer di questo film andai in fibrillazione e dissi "è mio!". Esso conteneva una serie di elementi che coincidevano con gran parte del mio immaginario di cinefilo che ama da morire il noir, specialmente quando questo si sposa felicemente col thriller. Qui non potevo sbagliare. E infatti la visione non mi ha affatto deluso, anche se devo dire che la signora Ami Canaan Mann avrebbe potuto anche andarci giù un po' più pesante. Ma tutto sommato il giudizio va ben oltre la sufficienza perchè le componenti del noir maledetto ci sono tutte, e dosate anche con una certa sapienza. E' notorio che la regista è figlia del "maestro" Michael Mann, peraltro presente in veste di produttore. E l'influenza dello stile paterno si avverte qua e là, anche se dalla signora in questione -che è alla sua opera seconda- è lecito aspettarsi qualcosa di ancor più intrigante. Lo sfondo della vicenda è pazzesco, di quelli che prendono allo stomaco il cinefilo appassionato di storie torbide, malate, oscure. Siamo a Texas City, profondo Sud dell'America, in quelle periferie dove il degrado induce chi vive ai margini ad arrangiarsi coi soliti traffici di droga e prostituzione. Proprio nello stile che il padre ha portato a vette di eccellenza, Ami Mann indaga sull'anima nera degli uomini, su fin dove il Male può portarli a comportamenti efferati. E poi la lotta tra il Bene e il Male, estenuante, esplorando le ossessioni e le paure che piegano l'uomo contemporaneo, fragile vittima di influenze malefiche e distruttive. Tra quelle paludi texane, infestate da miasmi e nebbie, spesso battute dalle piogge, sembra annidarsi il covo del Male del Mondo. E contro il Male a poco servirà anche l'invocare un Dio che sembra aver dimenticato la devastazione morale che alligna tra quelle fetide paludi, come dovrà riscontrare il poliziotto devoto la cui fede religiosa sembra per un attimo vacillare. Un ambiente perfetto per raccontare un thriller dal cuore profondamente nero, che però alla fine pare lasciare ai protagonisti (e allo spettatore) un barlume di speranza in un mondo migliore. Ripeto: forse la tecnica della signora Ami Canaan Mann ha bisogno di verifiche, ma in quanto a creare un clima e un'atmosfera, beh, siamo prossimi alla perfezione. E va detto che oltretutto la Mann ha potuto contare su un cast davvero coi controfiocchi. Chloe Moretz e -soprattutto- una splendida Jessica Chastain, sono entrambe perfette. Sam Worthington e Jeffrey Dean Morgan, i due detectives protagonisti, recitano esprimendo al meglio tutto il nervoso malessere e il dolente smarrimento che la sceneggiatura loro richiedeva, quest'ultima peraltro scritta sulla base di ricordi personali dall'ex poliziotto della DEA Donald Ferrarone.


Voto: 9/10

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