Regia di Juan Antonio Bayona vedi scheda film
Impeccabile da un punto di vista strettamente tecnico e visivo, lascia qualche perplessità su quello etico, presentando il dramma privato di una famiglia occidentale come l'unico che davvero conti quando invece tutt'intorno è comunque morte e distruzione.
Juan Antonio Bayona è un regista spagnolo la cui abilità più grande risiede secondo me nel vendere bene le proprie idee. Già con “The Orphanage”, una decina di anni fa, era riuscito a farsi distribuire (almeno in patria) con tali e tanti squilli di trombe da risultare campione d'incassi. Questa volta, ampliato enormemente il budget a disposizione e riuscendo così a disporre di due nomi di grande appeal internazionale quali Ewan McGregor e Naomi Watts, centra il bersaglio da 100 punti e il suo “The Impossible” diventa il film di produzione spagnola con gli incassi più alti di tutti i tempi. Da un punto di vista strettamente tecnico siamo secondo me di fronte a un film impeccabile e di enorme impatto emotivo e spettacolarità, mi restano però delle riserve su come la tragedia privata di una famiglia occidentale ricca ci venga mostrata come superiore, anzi quasi come l'unica, in un contesto di distruzione e sofferenza generale che sembra messa li -e in secondo piano- solo per dar maggior risalto alla prima.
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