Berta Scarceni è promessa sposa ad Orbino Verginesi e il fidanzamento viene festeggiato sul mulino galleggiante degli Scarceni. Princivalle, il fratello di Berta, per timore dei controlli della finanza, incendia il mulino. Inizia così un periodo di miseria e di odio per le due famiglie, che sfocerà nella tragedia e nel delitto.
Note
Tratto dal grande romanzo di Riccardo Bacchelli, che collaborò alla sceneggiatura con Fellini, Comencini, Pinelli, Mario Bonafntini e altri, il film è il ritratto realistico dell'epoca delle prime lotte contadine. Lattuada si muove molto bene tra le passioni sociali intrecciandole magistralmente con quelle individuali. Musiche di Ildebrando Pizzetti.
“Dalla lettura del romanzo di Bacchelli si ricava, alla fine, un'immagine viva e completa della vita italiana ed è questa la ragione per la quale ho accettato con entusiasmo la proposta della Lux di ridurre per lo schermo il terzo volume dell'opera." Alberto Lattuada
Uno degli ultimi gioielli neorealistici, dalle tonalità che richiamano Verga e un realismo esasperato, anche nella messa in scena di un Alberto Lattuada ancora lontano dal trovare la sua dimensione definitiva. Fellini è co-sceneggiatore, Ildebrando Pizzetti a curare le musiche.
E' una rappresentazione curata e emozionante di una povertà antica che viene resa in maniera coinvolgente da tutti i protagonisti soprattutto i minori. E' una pagina di storia che vale la pena di vedere.
"Il protagonista del film, che è il popolo degli agricoltori italiani, esce dal racconto senza un accento di chiusura, esce gridando che vuole giustizia e si perde nel futuro, sempre incerto, della sua storia.
Ed anche l'amore non può trovare luogo degno di accoglienza in tanto ribollire di odi e il frutto amaro di questa lotta senza fine, purtroppo sempre concreta nelle… leggi tutto
Val Padana, fine ’800: i primi tentativi di organizzazione sindacale, la meccanizzazione dei lavori agricoli e la lotta alla tassa sul macinato provocano tensioni tra le famiglie dei mugnai Scacerni e dei contadini Verginesi. Dal terzo volume del romanzo di Bacchelli, un film corale dal tono ingenuamente declamatorio. Poco appassionante, al punto che a un certo momento la sceneggiatura… leggi tutto
"C’è stato un periodo in cui il cinema italiano riusciva con maestria e disinvoltura a brillare ed a distinguersi.
Uno dei maggiori artefici dello stato di grazia…
IL CINEMA AI TEMPI DELLA QUARANTENA
"Così passa e ritorna il bene ed il male degli uomini, e il tempo è simile all'andare del fiume"
Nel delta ferrarese del fiume Po, la vita ed i destini agri di due famiglie dai mestieri in qualche modo complementari dei coltivatori di grano, e di mugnai, ovvero rispettivamente i Verginesi e Scacerni, sembra trovare una provvida soluzione…
A.utomunito e A.mante delle Belle A.rti cercansi (A.stenersi perditempo: arricciatori di code di maiale, raddrizzatori di banane e vice-presidenti del… segue
A proposito di collassi e insorgenze spaziotemporali, diorami animati delle ere, pseudopodici cronosismi, convergenze pluridimensionali parallele, multiversi coabitanti, paratesti geografici, risonanze…
"Il protagonista del film, che è il popolo degli agricoltori italiani, esce dal racconto senza un accento di chiusura, esce gridando che vuole giustizia e si perde nel futuro, sempre incerto, della sua storia.
Ed anche l'amore non può trovare luogo degno di accoglienza in tanto ribollire di odi e il frutto amaro di questa lotta senza fine, purtroppo sempre concreta nelle…
Val Padana, fine ’800: i primi tentativi di organizzazione sindacale, la meccanizzazione dei lavori agricoli e la lotta alla tassa sul macinato provocano tensioni tra le famiglie dei mugnai Scacerni e dei contadini Verginesi. Dal terzo volume del romanzo di Bacchelli, un film corale dal tono ingenuamente declamatorio. Poco appassionante, al punto che a un certo momento la sceneggiatura…
Una famiglia di mugnai, matriarcale, con la bella figlia Berta neo promessa sposa e il possente Princivalle dedito solo all’attività del mulino, rappresenta un punto di riferimento per la piccola comunità dell’Oltrepo ferrarese di fine ‘800. Nel paese vige prevalentemente l’attività contadina, in cui i padroni però sfruttano i…
“In questa mia terra non voglio né mafia,né camorra né Lega”. Non è un moderno don Chisciotte padano a parlare, ma un proprietario terriero di fine ottocento, forse già preveggente del futuro di quelle stesse terre cento e più anni dopo. Ovviamente non parliamo della Lega ex- bossiana ma quella dei lavoratori agricoli alla ricerca,…
Film che tratta argomenti ormai quasi dimenticati di Vita Contadina magari anche lenta e monotona,bene Interpretata da tutti nel Cast e ben Diretta con un discorso negativo nato da controversie fra 2 Famiglie causa Incendio Mulino che e' quasi l'unica fonte di reddito in quelle Zone.Poi ovviamente da li' a poco succedono altre cose gravi ma con alla fine una risoluzione a tutto in maniera piu'…
“Il mulino del Pò” di Alberto Lattuada è un caso di letteratura portata al cinema più unico che raro. Il romanzo uscì infatti nella sua versione a tomo unico nel 1957, il film nel 1949, ben otto anni prima! E chissà che non fu proprio la versione cinematografica a spingere gli editori a riproporre l'opera di Bacchelli già pubblicata in tre…
Documento importante il romanzo di Bacchelli, testo che racconta di un'Italia rurale, ancorata ad usi e tradizioni ormai scomparsi (è ambientato infatti nella seconda metà del 1800) e, senza trascurare il punto di vista sociale, stanca di essere sottomessa a leggi inique e pronta quindi ad organizzare la propria rivincita; documento interessante anche sotto il profilo…
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Commenti (5) vedi tutti
“Dalla lettura del romanzo di Bacchelli si ricava, alla fine, un'immagine viva e completa della vita italiana ed è questa la ragione per la quale ho accettato con entusiasmo la proposta della Lux di ridurre per lo schermo il terzo volume dell'opera." Alberto Lattuada
leggi la recensione completa di yumeUn altro pezzettino di storia italiana (degli ultimi) molto ben raccontata in stile neorealista da un giovane Alberto Lattuada.
leggi la recensione completa di marcopolo30Uno degli ultimi gioielli neorealistici, dalle tonalità che richiamano Verga e un realismo esasperato, anche nella messa in scena di un Alberto Lattuada ancora lontano dal trovare la sua dimensione definitiva. Fellini è co-sceneggiatore, Ildebrando Pizzetti a curare le musiche.
leggi la recensione completa di scandonianoFilm che puo' avere ancora qualcosa da dire !
leggi la recensione completa di chribio1E' una rappresentazione curata e emozionante di una povertà antica che viene resa in maniera coinvolgente da tutti i protagonisti soprattutto i minori. E' una pagina di storia che vale la pena di vedere.
commento di UgoCatone