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Hugo Cabret

Regia di Martin Scorsese vedi scheda film

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La recensione su Hugo Cabret

di Stuntman Miglio
8 stelle

Ricordo ancora che, in tempi non sospetti, un critico della redazione di FilmTv se ne venne fuori con la panzana che Scorsese non è più quello d'un tempo e che il suo cinema più recente non è all'altezza dei grandi capolavori girati nel ventennio fra '75 e '95. Ricordo di non essere stato d'accordo allora e oggi, dopo aver visto anch'io "Hugo Cabret", lo sono ancora di meno. A riconciliare chiunque con la settima arte in generale, basterebbero i primi cinque minuti di questo film: niente battute, piani sequenza veloci come il vento atti ed esplorare ed introdurre l'ennesimo mondo di meraviglia creato dal genio di Robert Richardson, Dante Ferreti e Francesca Lo Schiavo. Anni '30, stazione ferroviaria di Montparnasse. Hugo Cabret, rimasto orfano troppo presto, si occupa clandestinamente di curare e regolare gli orologi dello scalo francese. La macchina da presa del Maestro lo segue in movimento costante, attraverso carrellate vertiginose e piani sequenza al limite dell'orchestrabile. Uno sguardo genuinamente fanciullesco, ricolmo di colori e meccanismi straordinari gravitanti attorno ad un circondario bohémien nel quale svetta l'esiliato Georges Méliès. Quella di Scorsese è una bellissima favola, un racconto di formazione intriso d'arte che evolve in uno dei più accorati omaggi alla settima arte che si siano potuti vedere di recente. Il tempo, i padri, la letteratura, trovare uno scopo alla propria esistenza. E ancora l'amicizia, la voglia d'avventura, il tutto orchestrato alla perfezione fra fantasia e realtà, fra commedia e dramma. Un film dalle gigantesche qualità tecniche e dalla messa in scena in odore di eccellenza. Recitato da una straordinaria coppia di giovani interpreti accompagnati da altrettanto incisive star di contorno (Law, Cohen, Mortimer, Lee, Winstone, Stuhlbarg). Preziosissima la colonna sonora di Howard Shore e decisivo l'apporto di Ben Kingsley in quel suo spegnersi nei rimpianti per poi illuminarsi di nuovo di fronte ad una vecchia pellicola. Il potere di catturare i sogni non ce l'hanno tutti. Scorsese ce l'ha, il cinema lo sa.

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