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Young Adult

Regia di Jason Reitman vedi scheda film

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La recensione su Young Adult

di maurizio73
5 stelle

Tra ex reginette cadute in disgrazia e storpi reietti dal sarcasmo sferzante, Reitman prova a raccontare un'America diversamente abile che trascina miseramente quel che resta del sogno americano verso il ripiego di una realtà che va accettata per quella chè è.

Abbandonato il marito e la frenetica vita di città, la scrittrice di storie fantasy per adulti Mavis Gary ritorna nella piccola cittadina di provincia in cui è cresciuta con la ferma intenzione di riconquistare il vecchio fidanzato del liceo, ormai sposato e con prole a carico. I suoi irrealistici e velleitari propositi di rivalsa, si scontreranno con un ambiente sociale chiuso e tradizionalista e troveranno l'inattesa complicità di un'amicizia maschile con cui scontare frustrazioni e solitudini di un bilancio esistenziale dal saldo decisamente negativo.

 

 

La commedia indipendente americana gioca con il risvolto perdente degli stereotipi che hanno sancito il successo di quella più omologata di ambientazione adolescenziale, con l'improbabile ritorno di fiamma di una ex reginetta di bellezza abbrutita dal fallimento del menage matrimoniale e annegata nei fiumi (fumi?) etilici di una debacle professionale che si smarrisce nei caratteri minuscoli sulla quarta di copertina. Questi in buona sintesi gli ingredienti del successo del cinema di Jason Reitman e della sua musa ispiratrice (qui alla seconda collaborazione dopo il successo e l'Oscar di Juno) Diablo Cody, che trasferisce la sua tormentata esperienza biografica nella narrazione di quella faticosa distanza che separa le ambizioni di successo e felicità di una talentuosa ghost writer di provincia dagli esiti fallimentari di una vita sociale e professionale che tenta un complicato ritorno alle origini.
La personale macchina del tempo di una inacidita e stralunata Charlize Theron però sembra essersi misteriosamente inceppata, catapultandola in una realtà dove le presunte conquiste di successo e indipendenza sono viste con diffidenza e indifferenza da una comunità di villici per cui la discriminazione ed il pregiudizio restano i parametri con cui misurare la diversità e dove ancora più marcata è la distanza tra ciò che si vorrebbe essere e ciò che si era.
La galleria di perdenti di questa commedia in agrodolce insomma, anima un teatrino degli equivoci dove il patetico è sempre a portata di mano ed in cui il rischio di coprirsi di ridicolo viene temerariamente sventato da una condivisione umana in perenne stato di ebrezza e dall'unione imperfetta di corpi che provano a scambiarsi il conforto di una solidarietà tra ultimi che non ti saresti mai aspettato. Tra ex reginette cadute in disgrazia e storpi reietti dal sarcasmo sferzante, Reitman prova a raccontare un'America diversamente abile che trascina miseramente quel che resta del sogno americano verso il ripiego di una realtà che va accettata per quella chè è, magari trasfigurandola nella piccola saga di una favola per adulti dove il rospo finisce per baciare la principessa ma continua a rimanere un rospo e dove la principessa decide di darsela a gambe levate il mattino dopo. Personaggi secondari decisamente di contorno ed una coppia di protagonisti insospettabilmente affiatati, tra un Patton Oswalt imbolsito e ridanciano che sà il fatto proprio ed una smaccata Charlize Theron sempre a suo agio nel ruolo di chi deve mortificare la propria bellezza in favore del lato oscuro di una ragazza del Midwest con troppi scheletri nell'armadio (The Devil's Advocate, The Legend of Bagger Vance, The Burning Plain; ma nache il successivo Dark Places). Nomination come Migliore attrice in un film commedia o musicale a Charlize Theron ai Golden Globe 2012.

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