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Il mucchio selvaggio

Regia di Sam Peckinpah vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il mucchio selvaggio

di Dany9007
10 stelle

Un film che si è inserito a pieno titolo tra i più grandi western e che ha sancito un cambio di passo incalcolabile nel genere. Per certi versi, già la lezione di Sergio Leone, con la sua Trilogia del dollaro ed il coevo C'era una volta il west avevano dato un cambio di passo da cui pochi altri autori (ed attori) erano rimasti illesi: basti pensare già ad un film come I professionisti di Brooks avesse già un'ambientazione ed una disillusione di fondo che anticipano per qualche verso Il mucchio selvaggio. Al contrario attori come l'intramontabile John Wayne si ostinavano a mantenere il più possibile i legami con la "vecchia scuola" i cui maestri erano già, o prossimi, al pensionamento. La ricchezza de Il mucchio selvaggio risiede in molteplici aspetti: un realismo sfrenato, fino ad allora non si era mai vista tanta violenza in un western, dove il sangue scorre a fiumi e i cui eroi sono tutto tranne che delle figure positive; a questo si aggiungono delle interpretazionie ccellenti di tutti gli attori. Sullo sfondo della vicenda, elemento che diventa sempre più pressante nell'evolversi della trama, nonchè nella presa di coscienza dei protagonisti, vi è la rivoluzione messicana in corso. Già dalla prima incursione in Messico il gruppo apprende le sofferenze della popolazione sottoposta alle angherie del governo e dei militari: indimenticabile la serata passata presso il villaggio di Angelo, dove tra festeggiamenti e alcol a fiumi, si avrà modo di avere un confronto estremamente nobile ed idalista con il l'anziano del villagio, di fronte al quale, andandosene, William Holden si sentirà in dovere di togliersi il cappello. Proprio certi ideali ed una certa etica sanciranno la volontà di correre un rischio enorme da parte del gruppo, fino ad allora litigioso e spietato anche tra i propri membri (toccanti le scene in cui William Holden fatica ad imporsi come leader mentre sale in sella con difficoltà, per non parlare della gigionesca figura di Edmond O'Brien considerato per tutto il tempo come una palla al piede per la banda). Su tutti questi elementi infine troneggia quello dell'amicizia virile (con qualche accenno di omosessualità nella figura di Ernest Borgnine), in nome della quale i protagonisti vanno incontro ad una missione suicida. Fotografia e colonna sonora sono eccezionali, tra ralenti ed un montaggio frenetico, accompagnato da delle musiche angoscianti ma per finire con delle commoventi canzoni messicane che accompagnano l'epilogo della vicenda.Molto interessante anche la figura di Robert Ryan, un ex membro della banda, suo malgrado costretto a dare la caccia a quelli che una volta erano i suoi amici: consapevole del compito ingrato che deve compiere (sotto ricatto da parte delle autorità statunitensi) ma che infine riuscirà, astutamente, a disfarsi dei famelici e laidi cacciatori di taglie che lo accompagnavano, riunendosi insieme al vecchio Sykes (Edmond O'Brien) e ad un manipolo di ribelli. 

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