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Dark Shadows

Regia di Tim Burton vedi scheda film

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La recensione su Dark Shadows

di amandagriss
8 stelle

Può l'immaginario gotico trovare ancora un posto, una collocazione nel nostro universo contemporaneo senza risultare ridicolo, vetusto e arretrato, senza farsi pesante zavorra per la disincantata fantasia macabra a tinte forti del presente? Dark Shadows, l'ultima fatica dell'affiatatissima coppia Burton/Depp, ebbene, ci dice che è ancora possibile.Sceneggiato dallo scrittore Seth Grahame-Smith  - autore del bizzarro Orgoglio e Pregiudizio e Zombie (2009), riuscitissima dissacrante fusione tra gli arcaismi dell'intramontabile romanzo della Austen, la modernità dello zombie-movie e il riscoperto interesse per le arti marziali (soprattutto grazie al cinema) -, il film è il felice tentativo di coniugare il vecchio con il nuovo, le antiche suggestioni gotico/orrorifiche con i nostri fantasmi contemporanei (qui sono gli anni '70, decennio cronologicamente lontano ma culturalmente e visivamente intatto, così forte e persistente da essere ancora oggi inesauribile fonte di ispirazione artistica -vedi Rob Zombie- per es.), i mostri del passato con quelli (più subdoli) del presente; ma è anche il desiderio di riportare la paura e i suoi antichi emissari ai fasti di un tempo, restituire la giusta percezione di essi, oggi -causa Twilight in primis- distorta, deformata, clamorosamente sbagliata. Ridare dignità ai vampiri, licantropi, alle streghe, quest'ultime scivolate totalmente nell'oblio insieme alle sublimi entità ectoplasmatiche. Vestirli della propria essenza e sinistra bellezza, ricollocarli nel loro tragico mondo fatto di felicità e dolore, amore e morte. C'è tutto Tim Burton in questo film, tutto il suo 'nero' sentire, tutta la sua straordinaria visionarietà, tutto il suo amore e rispetto per il più classico degli universi di paura, che la tendenza odierna pare voler rimuovere con caparbia ostinazione dagli anfratti  della nostra memoria per sostituirli con insipidi surrogati di esso, o meglio, falsi, contraffazioni poco riuscite e diversamente interpretate, versioni edulcorate e patinate, melense/sentimentali -che non vuol dir romantiche- dei nostri beniamini del mondo delle ombre, spudoratamente snaturati. Brave persone, certo, ma non per questo docili e mansuete come agnellini. Perfettamente consapevoli della loro ‘cattiva’ essenza, che assecondano senza tanti scrupoli. Dark Shadows, attraverso il pallido e spettrale, e per questo assai fascinoso, Depp,è elogio del passato e un riconciliarsi con esso, essendo questo l’unica veramente valida carta (d’identità) con cui giocare la difficile partita della vita, il dignitoso tentativo di non soccombere inerti e squallidamente. Dark Shadows è una divertente e strampalata favola nera, più profonda di quanto si possa pensare; affascinante nelle scenografie, convincente nel trucco, magnifica negli effetti visivi e sonori (il sinistro e perturbante scricchiolìo del corpo di Eva Green), intelligente nei dialoghi ed impreziosita da un cast assolutamente azzeccato che trova nel caratterista Jackie Earle Haley (dismessi i panni di Freddy Krueger nell'infelice remake di Nightmare), nel nosferatu Johnny Depp e nella kattivissima, tanto bella fuori quanto vuota dentro - come una bambola di porcellana - Eva Green, le sue punte di diamante. Semplicemente splendida Michelle Pfeiffer. In pelle nera, borchie e intonata 'camicia' bianca un intramontabile Alice Cooper, orgogliosamente fedele a se stesso. E il Dracula per eccellenza Christopher Lee che, riposto il nero mantello da conte, ha stavolta vestito la barba il berretto l'impermeabile blu e la personalità laconica del classico vecchio nostromo che oramai vive soltanto nelle nostre memorie di bambini. Prezioso.

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