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Dark Shadows

Regia di Tim Burton vedi scheda film

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La recensione su Dark Shadows

di Stuntman Miglio
8 stelle

Streghe respinte, fantasmi irrequieti, vampiri innamorati, licantropi in crisi ormonale, dinastie maledette. Riuscite ad immaginare un pane più adatto alle fauci del grande Tim Burton? Non nego che il nostro mi stesse un pochino preoccupando, considerati soprattutto gli esiti non troppo felici di pellicole come “La fabbrica di cioccolato” e “Alice in wonderland”, ma sono stato lietissimo di ritrovarlo in piena forma per questo graziosissimo adattamento di una vecchia serie americana in onda negli anni ’60. Per carità, siamo ben distanti dai capolavori del regista ma la mano torna finalmente ad essere quella di un tempo, a suo agio fra tetre atmosfere e sanguinolenti patimenti d’amore, perennemente in compagnia dei suoi adorati freaks che qui si moltiplicano in una galleria di personaggi squisitamente sopra le righe. A tratti pare di tornare indietro ai tempi di Beetlejuice, quando la famigliola disfunzionale formata da Alec Baldwin, Geena Davis e Winona Ryder era in balia dei peggiori dispetti dello spiritello porcello; allo stesso modo i Collins di "Dark Shadows" sono alla mercé di una gelosissima e vendicativa fattucchiera. Temi ricorrenti, amplificati e rielaborati, con l'aggiunta di un contesto temporale inedito - i sixties, appunto - con il quale potersi sbizzarrire (le musiche, gli hippies, l'emancipazione femminile) unitamente all'alter ego di sempre: Johnny Depp. Uno script nelle corde di entrambi, in grado di valorizzarne le sfumature più eccentriche, e l'intrattenimento è garantito. Le due ore di proiezione scivolano via come niente fosse fra anacronismi divertiti (su tutti il cameo di Alice Cooper) ed una coralità ben calibrata nella quale si distinguono soprattutto le sublimi presenze femminili, a partire da una matriarcale Michelle Pfeiffer, passando per una ribelle Chloe Moretz, per arrivare infine alla solita (grande) Helena Bonham Carter, psichiatra col gotto sempre in mano. Menzione a parte per Eva Green, mantide perfida e sensuale che imprime all'intera pellicola un'insolita carica d'eros che i nostri, Depp da partner e Burton da regista, si trovano a gestire e contenere con l'usuale eleganza borderline che li contraddistingue (vedi ad esempio la simpatica scena d'accoppiamento). Si sorride e ci si lascia persino andare alle romanticherie di rito tanto il materiale è gestito con grazia ed equilibrio. Una nuova e riuscita favola nera che non mancherà di entusiasmare gli amanti del genere grazie anche alla solita maestria nella messa in scena che ci ricorda l'importanza di elementi quali trucco, costumi, luci, fotografia, scenografia. Tutto curato al limite del maniacale perché, nello spettrale mondo di Burton, nulla e' lasciato al caso, nemmeno l'happy end che combacia con una vampirizzazione. E tanti saluti ai pruriti adolescenziali di Twilight. Se permettete, non c'e' proprio storia.

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