Regia di John Cornell vedi scheda film
E' un dispiacere vedere come il livello di questo film sia più basso di quello del primo episodio. Non è invedibile in generale, ma quell'atmosfera particolare che pervadeva il primo film è solo un ricordo, e l'interesse dello spettatore viene minato dall’indecenza del ritmo, sceso sotto zero rispetto al capostipite. Quindi non si può fare a meno di accorgersi quanto la storia sia spenta, senza mordente: per arrivare alla fine, ci si arriva, ma con estrema noia; non c'è la minima adrenalina. E lo stesso Hogan sembra più spento e svogliato rispetto al precedente episodio. In definitiva, questo primo sequel si salva solo perché - a differenza del terzo - non scade nel ridicolo e cerca di mantenersi serio per quanto possibile. Ma non è niente di imperdibile...
La storia è abbastanza interessante e presenta un discreto intreccio, grazie alla trovata delle foto pericolose scattate a danno del narcotrafficante colombiano. Ma la messinscena è piatta, senza la minima verve. Quindi le idee narrative non possono che subirne danni, con grande noia per il pubblico...
Non è una colonna sonora particolarmente bella o coinvolgente. E' semplicemente come tante altre colonne sonore...
La storia e gli interpreti vanno più o meno bene, ma bisogna aumentare drasticamente il coinvolgimento del pubblico attraverso un incremento notevole del ritmo, troppo fiacco e lento...
Per essere adatto al personaggio, lo è senza dubbio. Solo che, probabilmente, stava già cominciando a non essere più convinto di ciò che faceva: sembra molto svogliato, recita senza decisione, senza quasi mai assumere quell'atteggiamento particolare che lo ha contraddistinto nel primo film. Mi dispiace molto, perché, pur non essendo un grande attore, l'ho sempre apprezzato e in un certo senso gli ho sempre voluto bene. Ma per me rimane sempre una gran persona...
E' la moglie di Hogan nella vita reale, oltre che nei panni di Dundee. De gustibus: non mi è mai piaciuta, né come donna, né come attrice; e riconfermo queste mie opinioni su di lei a proposito di questo film, aggiungendo anche che tutto ciò che la Kozlowski ha fatto in ambito cinematografico lo ha fatto solo grazie al marito. Tutto sembra, infatti, meno che abile a recitare; e poi è troppo monoespressiva. Insomma, mortalmente noiosa (proprio come il film)...
Sembra un attore di esperienza, ma in realtà non credo che sia mai valso molto. Inoltre non si può certo definire come rilevante il suo ruolo in questa pellicola. Mi dispiace solo che sia morto abbastanza giovane (nel 1989, all’età di 55 anni)...
Non mi è piaciuta la lettura che è stata data da Cornell al soggetto ideato da Paul Hogan. Posso capire che non sia facile produrre sequel all'altezza degli originali (se gli originali sono buoni, ovviamente), ma non si può neanche pensare di sconfinare in questo modo nella noia mortale: un genere come quello di "Crocodile Dundee" non lo permette assolutamente. Sono semplicemente dispiaciuto di vedere come è stato rovinato un personaggio che ha ottenuto in così poco tempo una discreta approvazione di critica e pubblico; ciò non ha portato altro che all'inquinamento della sua immagine e ad una rapida dimenticanza del personaggio stesso (poi completamente rovinato dall'avvento del terzo capitolo, nel 2000). Comunque ho apprezzato molto di più il lavoro di Cornell nel film "Un angelo da quattro soldi" (1990), sempre con Hogan e Kozlowski protagonisti, insieme però ad Elias Koteas...
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