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The Woman in Black

Regia di James Watkins vedi scheda film

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La recensione su The Woman in Black

di supadany
6 stelle

Trattasi della classica ciambella senza il buco, con alcune buone premesse falcidiate, almeno in parte, da debolezze strutturali che non possono consentire al film di James Watkins, qui alle prese con la sua opera seconda, di elevarsi al di sopra della media di un genere, quello degli spaventi per intenderci, che spesso si ritrova a fare i conti con questo tipo di manchevolezze.

Da quando sua moglie è morta, Arthur Kipps (Daniel Radcliffe) anche sul lavoro fatica ad ottenere dei risultati e l’occasione per rimettersi in gioco arriva quando è chiamato a recarsi in un piccolo villaggio per sistemare degli incartamenti relativi ad un’importante proprietà di una persona deceduta.

Arrivato sul posto subisce l’ostracismo dei locali e presto capisce che non si tratta solo di superstizione, ma che i tanti bimbi morti sono il prezzo pagato alla sete di vendetta di una presenza ultraterrena.

 

 

L’impatto è positivo, si capisce ben presto che le atmosfere sono quelle giuste e che ritrovarsi a che fare col marchio Hammer ha i suoi vantaggi.

E le cose migliorano ancora di più quando il protagonista si ritrova nel piccolo villaggio, soprattutto l’ambientazione della villa abbandonata è superlativa (senza comunque scordarsi la piccola comunità che rigetta il visitatore in ogni modo) con l’unica strada che la congiunge col resto del mondo accessibile solo quando vi è la bassa marea (le vedute dall’alto sono fantastiche) e con tanti piccoli dettagli sparsi al suo interno.

Fortunatamente non mancano nemmeno gli spaventi, per lo più raggruppati nella parte finale, ma non del tutto assenti anche altrove (sfruttando al meglio i rumori) quello che funziona assai meno bene è lo storyboard sia per qualche superficialità (ad esempio è stucchevole il ritrovamento del corpicino del bimbo deceduto) che per le scelte che giungono lungo il finale che offrono una visione delle cose anche affascinante, ma non di scontata ricezione e con una realizzazione non efficacissima.

Film dunque che vanta alcune eccellezze, ma anche evidenti limiti, per un complesso quindi destinato a dividere e che trova secondo me il giudizio più consono restando nella medietà dello stesso.

Per certi versi interessante, per altri sprecone.

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