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The Woman in Black

Regia di James Watkins vedi scheda film

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La recensione su The Woman in Black

di GIANNISV66
7 stelle

Un sinistro maniero edificato in mezzo a una palude, isolato dalle maree e avvolto nella nebbia, una storia di segreti familiari, il fantasma di una dama in nero la cui apparizione coincide con eventi luttuosi. The Woman in Black, tratto dalla più celebre opera di Susan Hill, scrittrice inglese ed eccellente autrice di romanzi gialli e horror, si presenta subito con i crismi della classica ghost story di matrice britannica.

Una garanzia ed anche un pericolo, perché il terreno è già stato battuto in abbondanza e il rischio del già visto è sempre dietro l'angolo. Rischio da cui questo film, diretto da James Watkins (alla sua seconda prova dopo l'interessante Eden Lake), non riesce ad essere del tutto immune.

Eppure, nonostante il ricorso al campionario di spaventi che pesca a piene mani dalla tradizione cinematografica (del resto su questo film c'è il marchio della Hammer, qualcosa vorrà pur dire) e nonostante qualche incongruenza captabile qua e là nella sceneggiatura di Jane Goldman (che si discosta in più punti dal romanzo originale), bisogna ammettere che questa pellicola è assolutamente riuscita, non fosse altro per il fatto che in più di una occasione riesce a far saltare dalla sedia lo spettatore, cosa questa che, alla fine di ogni considerazione possibile, rappresenta comunque lo scopo principale di qualunque film horror.

Arthur Knipps, giovane avvocato e vedovo inconsolabile, con un figlio piccolo e un trauma mai superato per la morte della bella moglie, viene spedito in un desolato villaggio della brughiera inglese con lo scopo di esaminare gli incartamenti di una defunta cliente dello studio legale per cui lavora.

Per Arthur si tratta dell'ultima occasione per dimostrare le proprie capacità, ma si trova a fare i conti con l'ostilità malcelata degli abitanti, che appaiono preda di un terrore misterioso.

La chiave di tutto è il sinistro palazzo, residenza della defunta, dove l'avvocato è costretto a passare gran parte del suo tempo per espletare l'incarico e dove ben presto si scontrerà con apparizioni spaventose ed eventi soprannaturali la cui causa è da ricercare nei segreti nascosti dalle fatiscenti mura dell'edificio.

Se un capolavoro del filone come The Others di Alejandro Amenàbar rimane un metro di paragone inarrivabile, The Woman in Black appare comunque come un buon prodotto in grado di soddisfare i palati degli appassionati dell'horror, e si dimostra superiore al quasi coevo (e parimenti britannico) 1921 – Il mistero di Rookford, pellicola assai più ambiziosa e decisamente meno riuscita.

Il regista è bravo soprattutto a delineare una ambientazione sinistra e inquietante, aiutato da un Daniel Radcliffe ancora impegnato a scrollarsi di dosso i panni del maghetto più famoso del mondo e autore di una buon prova (anche se la strada è ancora lunga), e soprattutto da un buon cast in cui spicca fra gli altri il veterano Ciaran Hinds.

 

La trama

“ Non ti perdonerò mai! Non ti perdonerò mai! ”

Daniel Radcliffe

Il problema di questo attore, come è risaputo, ha un nome ed un cognome: Harry Potter.

Il personaggio che gli ha dato la fama, ma anche il marchio indelebile che rischia di condizionare tutta la sua carriera.

Radcliffe in questo film ce la mette davvero tutta e riesce a essere credibile nel ruolo del protagonista, tuttavia l'impressione è che deve passare un bel pò di acqua sotto i ponti (e svariati ruoli) prima di far dimenticare al pubblico la bacchetta, Hogwarts e il quidditch.

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