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Millennium. Uomini che odiano le donne

Regia di David Fincher vedi scheda film

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La recensione su Millennium. Uomini che odiano le donne

di supadany
8 stelle

David Fincher riesce a dare un senso compiuto ad un’operazione, che fondamentalmente è puramente commerciale, riuscendo a migliorare l’originale svedese sotto (quasi) tutti i punti di vista, confezionando il tutto con intelligenza, pragmaticità ed un’accuratezza generale che sfiora la perfezione.

Certo sarebbe stato meglio fosse il suo il primo film, e visto l’eco planetario del romanzo qualcuno di importante avrebbe potuto anche svegliarsi prima, così infatti inevitabilmente si finisce col rivedere lo stesso film, a parte la chiusura, e questo toglie gioco forza qualcosa alla spinta della pellicola.

Mikael Blonkvist (Daniel Craig) è un giornalista alle corde che riceve il ben remunerato incarico di fare chiarezza sulla scomparsa di una ragazza da un’isola avvenuta ben quarant’anni prima.

Per disbrigare l’intricata matassa si fa aiutare dalla scaltra Lisbeth Salander (Rooney Maara), ragazza dal passato macchiato e dal presente ribelle ed impervio, ed insieme scopriranno il marcio che si cela dietro la facciata pulita dell’aristocrazia svedese.

Con i titoli di testa Fincher sembra voler fin dal principio mettere le mani avanti; questi infatti sono tra i migliori visti negli ultimi anni, con una composizione di immagini raggelanti e cupe ed un tema sonoro che stordisce ed ammalia.

Poi parte la storia che abbiamo già conosciuto e che, salvo rari distinguo, procede pari pari fino quasi alla fine, ma il lavoro del regista, e di tutti i suoi collaboratori, è come sempre gli capita di alta scuola, così montaggio (ricco, ma sempre equilibrato), fotografia (in grado di porre in evidenza i vari scenari), scenografie (studiate nel dettaglio) e colonna sonora (quando parte una traccia è sempre delirio sonoro) sono di livello superiore, mentre la regia riesce, senza strafare, a rendere ogni singola scena migliore di quanto abbiamo potuto vedere solo pochi anni fa nel titolo migliore dell’allora trilogia di produzione svedese.

C’è poi soprattutto un’atmosfera di fondo che in ogni frangente, pur non cercando una spasmodica tensione (a parte il prefinale e le scene di violenza subite/eseguite da Lisbeth), vien sempre ricreata con scrupolo e meticolosità invidiabili, con l’inquadratura sempre migliore e con tante piccole idee tecniche in grado di appagare lo sguardo.

Anche la direzione degli attori è notevole, certo la Rapace è ormai un’icona (Rooney Maara è molto brava, ma non può competere fino in fondo con la sua collega), ma l’alchimia tra i distanti (anagraficamente, fisicamente e caratterialmente) Craig e Maara funziona, anche per la puntigliosità dell’insieme, dei singoli dialoghi o semplicemente delle battute taglienti che sovente fuoriescono dalla bocca di Lisbeth nelle poche occasioni in cui non si limite ad agire (perché questo lo fa in ogni circostanza).

In definitiva un film tutt’altro che fondamentale, ma allo stesso tempo credo anche sia praticamente impossibile pensare ad un remake così ravvicinato più bello di quanto non sia questo.

Confezione doc.

Su David Fincher

A livello tecnico è quasi superlativo, maniacalmente alla ricerca della perfezione.
A livello di personalità, nelle due modifiche apportate nel finale l'ho trovato un pò accademico nella parte "economica" e decisamente bravo sul versante sentimentale col quale chiude il film.

Su Daniel Craig

Chissà che fastidio per il James Bond di questi anni prenderle senza poter reagire (però si rifà sul versante "sesso" con due scalpi niente male).
Comunque prestante e nel complesso discreto.

Su Stellan Skarsgård

Decisamente a suo agio nei panni del cattivo di turno nordico.
Niente di particolare, ma offre il suo contributo senza titubanze.

Su Rooney Mara

Perde alla distanza l'impossibile confronto con Noomi Rapace, ma allo stesso tempo va anche detto che era difficile far meglio.
Brava e coraggiosa nell'esporsi completamente in tutta la valenza di un personaggio semplicemente mitico.

Su Robin Wright

Gallina vecchia fa buon brodo (e non voglio certo darle della gallina).
Compare poche volte, ma sempre con una classe incredibile.
Brava.

Su Christopher Plummer

Interpretazione ordinaria, ma la sua presenza è sempre di aiuto.
Più che sufficiente.

Su Joely Richardson

Pienamente sufficiente.

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