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Trollhunter

Regia di André Øvredal vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Trollhunter

di ohdaesoo
8 stelle

Ditemi dove devo firmare.

Ditemi dove devo firmare per aver la possibilità, anche pagando, di avere sempre a che fare con film come questo. In un Cinema che ormai non può inventare quasi niente (non certo per proprio demerito ma per forza di cose), The Troll Hunter è una fantastica "genialata", una specie di inedito che non può far altro se non diventare un cult assoluto (soltanto fosse distribuito come si deve...).

Siamo in Norvegia. Un mini-troupe di tre ragazzi studenti di cinema scopre, seguendo un misterioso cacciatore, che i troll non sono creature soltanto leggendarie ma realmente esistenti. Decideranno quindi di seguire il cacciatore di troll filmando tutto con la telecamera.

Un mockumentary quindi, ma di un'originalità pazzesca. La storia, per quanto inverosimile, è architettata perfettamente. Il governo Norvegese sa dell'esistenza dei Troll ma nasconde ogni loro "malefatta" per non gettare la popolazione nel panico. Hans, il cacciatore, ha il compito "governativo" di eliminare tutte le creature che sono uscite dai propri confini per entrare nei "nostri" territori. Questo insabbiamento delle prove, questa pianificata cancellazione della verità, questo tentativo statale di non far cadere la popolazione nel terrore mistificando la realtà è una geniale, fantastica trovata che richiama inevitabilmente alla nostra attualità.

Non bisogna però cadere nel tranello di vedere The Troll Hunter come film, politicamente o no, impegnato. Tutt'altro, siamo davanti a un'opera che cambia continuamente registro e atmosfera, dal drammatico al comico, dal reale al fantastico, dal soft-horror all'avventuroso.

Lo schema in realtà è un pò prevedibile, il gruppo dei protagonisti passa da un'avventura all'altra in quadretti quasi autonomi e staccati tra loro. Interessante però la gestione di tali sequenze: si passa ogni volta a una location diversa ( foresta, ponte, caverna, montagna innevata), a diversi troll ( quello a 3 teste, quello basso e cattivissimo, la famigliola puzzona e il Gigante) e ad un climax ascendente ben calibrato (il primo troll che terrorizza, il secondo che prende Hans e rischia di ucciderlo, il gruppetto di troll della caverna che ammazza l'operatore e il Gigante che per un pelo non  ammazza tutti...). Il ritmo non sempre è soddisfacente, specie nella prima parte, ma c'è una tale quantità di scene notevoli da far divertire (o impaurire nel caso di un pubblico giovane) dall'inizio alla fine. L'arrivo del primo troll, la sua trasformazione in pietra, tutta la bellissima sequenza nella caverna, l'attesa dell'arrivo del gigante nello chalet con la telecamera che va ripetutamente alla finestra, la fuga in macchina tra i piedi del troll finale, sono davvero tanti i momenti straordinariamente suggestivi.  Filmetto di serie b? Macchè, gli effetti visivi sono stupefacenti, roba che tanti americani gli stanno dietro. Poi le ambientazioni norvegesi sono magnifiche e risaltano benissimo, soprattutto nei perfetti camera-car.

E, non voglio esagerare, ma riesco a trovare anche un valore culturale nell'opera perchè riuscire a raccontare credenze, leggende e usi (specie quelli della bellissima tradizione nordica) in un modo così originale e spettacolare è operazione benemerita. E così sapere che i troll divorano gli pneumatici, che quelli giovani esplodono con la luce mentre quelli vecchi diventano di pietra, che sentono e percepiscono l'odore di chi crede in Dio (geniale), che si muovono solo al buio e che ne esistono decine di tipi, saper tutto questo è un valore aggiunto al film. La tradizione orale, le storie cavolo, le storie che sempre meno si raccontano, sono esaltate in questo gioiello norvegese. The Troll Hunter, grazie di esistere.

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