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Submarine

Regia di Richard Ayoade vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Submarine

di zombi
7 stelle

sulle coste battute dal vento e dalla pioggia della vecchia cara inghilterra un adolescente sta combattendo le proprie battaglie. bruttarello anzichenò ma soprattutto preso di mira dai bulli ha due problemi che deve assolutamente risolvere. facendosi aiutare dalla regia di richard ayoade e dai trucchi cinematografici, con una sceneggiatura che deambula tra humour britannico sotto tono e  picchi di dramma in sottrazione, assistiamo all'amore tormentato con la compagna di classe jordana pure lei non del tutto popolare a scuola e con vari problemi in casa, e al timore che i genitori si stiano separando a causa di un vicino di casa cialtrone che cerca di barcamenarsi senza troppo faticare fisicamente inventandosi mistico-santone-guru con quelle conferenze su come stare meglio quando il mondo ti tratta male. il film riesce, forse più a freddo che nell'immediato, a fotografare i "momenti difficili" di un adolescente e dell'acqua che ribolle ferocemente dentro di lui. soprattutto grazie anche gli occhioni sgranati su di un mondo primigenio ancora in fase di formazione, dell'attore craig roberts. scegliere tra la propria ragazza che festeggia in spiaggia per l'ultimo dell'anno con un ragazzo nuovo e salvare il matrimonio dei genitori mentre la madre si allontana dalla folla con il vicino di casa cialtrone, non è mai stata una scelta così sofferta, ma giusta.  e si nota la sofferenza di oliver(roberts)che torna dalla spiaggia in bicicletta con in sottofondo i fuochi d'artificio, mentre pensa alla madre nel van col mistico fasullo e al fatto che tutto ciò lo stia distogliendo da jordana e dai suoi impegni di uomo in divenire. è un mondo fatto di acqua quello di oliver, come fosse ancora in una placenta di liquido amniotico, pronto per essere scaraventato in un mondo nel quale vuole forsennatamente entrare a far parte. c'è una contrapposizione insistita nel film. quella tra oliver e i genitori. due mondi che non collidono e non riescono ad incontrarsi. "quando avrai 38 anni come noi...." oliver si sarà lasciato alle spalle i problemi da ragazzo e avrà quelli da adulto che hanno i suoi genitori ora. i personaggi dei genitori sono gestiti sapientemente anche se le pose totali non sono tantissime. il disagio di un matrimonio poco riuscito è tattile e la hawkins e taylor sono bravissimi nel tratteggiare l'impreparazione di due adulti nell'affrontare problemi per cui tra l'altro nessuno è nato "imparato". e anche il guru alla fine è un poveraccio che nasconde dietro la sua cresta posticcia e gli abiti in pelle nera, un'insicurezza che di sicuro non cura grazie alle sue cialtronesche e truffaldine discipline. insomma come al solito, i ragazzi che eravamo una volta, hanno una marcia in più, ma forse solo perchè ancora non hanno sulle spalle tutti i problemi che si sono accumulati su quelle dei propri genitori.

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