Espandi menu
cerca
io sono Li

Regia di Andrea Segre vedi scheda film

Recensioni

L'autore

Kurtisonic

Kurtisonic

Iscritto dal 7 agosto 2011 Vai al suo profilo
  • Seguaci 87
  • Post 2
  • Recensioni 430
  • Playlist 4
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su io sono Li

di Kurtisonic
8 stelle

Una delle formule più efficaci per rappresentare la nostra società e i suoi nuovi aspetti è quella di mostrarla dal punto di vista di qualcuno che ancora non gli appartiene completamente. Io sono Li, gioca simbolicamente sul duplice significato di sottolineare il nome della protagonista e di evidenziare quelle presenze invisibili che penetrano nel tessuto sociale italiano e lo stanno modificando , ma che anche chiedono conto delle contraddizioni culturali che lo sorreggono e che dalle quali si preferisce scostare lo sguardo indifferente. La giovane donna Shun Li  ricattata dai suoi connazionali che la sfruttano, viene mandata a lavorare in un bar di Chioggia, per ripagare il debito di riconoscenza che le permetterà di ricongiungersi al piccolo figlio ancora in Cina. Andrà incontro al proprio destino entrando in contatto con i clienti del bar, pescatori della laguna veneta, e con  altre derelitte che subiscono la stessa sorte. La regia sicura di Andrea Segre coglie nello sguardo neutrale di Shun Lì, dettagli sociali e particolari ambientali del territorio,  colori e sfumature che la nostra quotidianità non considera più, non ne raccoglie le mostruose mutazioni, rifugiandosi ad ogni latitudine in un provincialismo mentale di tutto comodo. Il film che contiene anche bene una certa tendenza alla nostalgia e allo struggimento per un  mondo che scompare, parla in modo molto diretto di solitudine, di relazioni difficili, di smarrimento con il prossimo e con l’ambiente. Segre utilizza lo sguardo mite della donna, la sua difficoltà di comprendere gli svolazzi linguistici della lingua locale, ma che conosce la bellezza e il riparo della poesia, dunque che sa ascoltare il cuore. Il cast, oltre che avvalersi dell’attrice Zhao Tao, contiene un piccolo ed efficacissimo gotha d’attori del nord est, Paolini, Citran, Battiston, e nella parte di Bepi pescatore yugoslavo naturalizzato e amante delle parole in rima, il croato Rade Serbedzija, il cui volto passando da Prima della pioggia, Eyes wide shut  e altro fino ad oggi, lo sradicamento ce l’ha scritto in faccia come una sentenza. Sarà proprio l’amicizia fra Li e Bepi a ridestare per un po’ le coscienze, facendo emergere debolezze, paure, e latitanze culturali della nostra società.  Armato di una buona fotografia e della scelta vincente di raccontare il punto di vista di una Italia un po’ a margine, il film evita moralismi, cedimenti retorici e denuncia quanto pesi il pregiudizio e l’intossicazione urbana, mediatica e fintamente moderna alla quale ci adeguiamo. Il volto dimesso di Shun Li riporta ad un altro film significativo di un cinema italiano che vuole analizzare, che vuole crescere con toni sobri e lucidi, quel Corpo Celeste di due anni fa che rendeva giustizia alla devastazione morale e fisica di un’altra parte del nostro paese, e guarda caso ci riusciva con lo sguardo esterno di una ragazzina figlia di immigrati ritornati nella terra d’origine. Una nota di merito poi al finale molto “orientale” che dimostra come lo scambio di culture diverse e di conoscenza su come relazionarsi con i grandi temi dell’esistere rappresentino sempre un arricchimento, una possibile soluzione al dramma della vita. Le cattive notizie tanto per cambiare giungono dalla distribuzione in sala, pochi l’hanno visto e pochi lo vedranno, un vero peccato.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati