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Il paese delle spose infelici

Regia di Pippo Mezzapesa vedi scheda film

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La recensione su Il paese delle spose infelici

di supadany
8 stelle

Bell’esordio di Pippo Mezzapesa nel lungometraggio, una gradevole sorpresa sia per lo sguardo con il quale riprende ed inquadra la storia sia per il modo con il quale la racconta.

Basta così un attimo per lasciarsi trascinare nel bel mezzo di quel piccolo pezzo di mondo, ed il pensiero per tutto, o quasi, il film rimane sospeso; si rimane così letteralmente avvinghiati a quei giovani che vediamo muoversi, crescere e sbagliare sullo schermo.

Periferia di Taranto, Zazà è un giovane calciatore molto promettente che fa amicizia con Veleno, ragazzino di buona famiglia in un contesto dove di buono c’è davvero poco.

Entrambi sono ammaliati dalla figura di Annalisa (Aylin Prandi), ragazza tormentata e solitaria, la conoscono,  si prendono cura di lei e quando uno spacciatore la importunerà il giovane Zazà non starà fermo a guardare.

Piccolo film, ma anche gemma di rara bellezza per come la storia viene incastonata in un tessuto socio-ambientale complicato (tra gli spacciatori e le imponenti ciminiere dell’ormai fin troppo famoso polo industriale tarantino), caratterizzato da un’estetica sorprendente (la fotografia è stupenda) e da lampi improvvisi che regalano momenti tanto diversi tra loro quanto capaci di rendere alcune scene di grande efficacia.

E’ il mondo dei ragazzini ad ergersi al ruolo di protagonista, gli adulti sullo sfondo sono figure spesso assolutamente respingenti (in un modo o nell’altro), in un processo formativo che vede la scoperta dei primi sussulti sessuali, i sogni di un futuro diverso (sfondare nel calcio e si profila all’orizzonte un’amichevole di prestigio per la loro squadra), diverse inclinazioni di fronte a quella donna così particolare che lì sconquassa interiormente.

Tutta questa descrizione è caratterizzata da toni adeguati e mai banali, non si scivola nello stereotipo (trappola peraltro difficile da evitare, quindi il merito è tanto) e vengono proposte diverse soluzioni che sanno fornire uno sguardo diverso da tanto altro cinema adolescenziale troppo spesso speculare alla visione distorta e distorcente della televisione.

Poi non avrà la consistenza del grande film in senso stretto (con, per esempio, una chiusura non all’altezza del resto), ma riscontrare così tanti elementi positivi in un film di questa tipologia (opera prima, nessuna gran produzione, attori principali giovanissimi) non può che fare un gran piacere.

Rivelazione.

Su Pippo Mezzapesa

Esordio nel "lungo" molto promettente.
Trova infatti una gran varietà di soluzioni rappresentative stimolanti e lo fa senza aver ampi spazi di manovra se non quelli dettati dalla propria volontà e dal proprio talento.
Considerevole. 

Su Aylin Prandi

Figura magmatica e ammaliante.
Quando si dice di finire nel posto giusto al momento giusto.
Brava.

Su Nicholas Orzella

Interpreta Veleno e se la cava piuttosto bene.

Su Luca Schipani

Nei panni di Zazà, ha un volto interessante, particolarmente adatto ad un ragazzino difficile, in questo caso poi si avvale di una buona guida e di una situazione ideale.
Calzante.

Su Rolando Ravello

Parte secondaria espletata con sicurezza.
Insomma poche cose ma ben fatte.

Su Teresa Saponangelo

Più che sufficiente.

Su Valentina Carnelutti

Ruolo secondario, ma con i suoi momenti.
Più che sufficiente.

Su Antonio Gerardi

Volto caratteristico azzeccato per ruolo e situazione.

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