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Shame

Regia di Steve McQueen (I) vedi scheda film

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GIMON 82

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La recensione su Shame

di GIMON 82
8 stelle

Il film Shame è la naturale subliminazione di quello che crea nell'animo umano una dipendenza di tipo ossessivo-compulsivo,il regista Steve Mcqueen dirige coerentemente e in maniera molto diligente e quadrata un film gelido come l'animo del protagonista Brandon,in "Shame" regna  un ambiguita' di fondo dove non si riesce ad intravedere o a capire quale sia stato il percorso esistenziale dei protagonisti e cosa li ha portati ad arrivare a quel punto, anche se la frase di Sissy rivolta al fratello nella quale dice "Noi non siamo cattive persone,siamo solo cresciuti in un brutto posto"lascia intravedere un passato terribile,il regista ha avuto quindi la maestria di  non cadere nel tranello di svelare interamente allo spettatore il passato dell'erotomane Brandon e della sorella Sissy,qui tutto vive sospeso nella disaffezione e nel gelo assoluto,la storia e' cosi' e basta, e gli interrogativi che ci si pone sono tanti,l'inferno interiore del protagonista e' mascherato da una compulsiva dipendenza sessuale,il sesso per Brandon non e' puro piacere fisico o completamento di una passione amorosa,il sesso e' un palliativo per asciugare o lenire un trauma o una ferita dell'animo mai rimarginata,e' un qualcosa che dona piacere solo nell'attimo dell'orgasmo per poi spegnersi li,dandoti l'impressione di acuire un vuoto esistenziale pazzesco e costringendoti ad inseguire compulsivamente quell'attimo effimero,la grandezza della regia sta anche nel fatto di non aver reso le scene di sesso come una volgare metafora fine a se stessa ma come una delicata e artistica messa in scena di un atto naturale ed umano, anche se in questo film il sesso ha un altra valenza e non e' il tema principale del film come molti hanno creduto.Lo snodo cruciale del film si ha piu' che altro nel rapporto tra Brandon e la sorella Sissy,fondamentalmente Brandon prova un affetto profondo per lei e lo dimostra nell'attimo in cui lei canta nel locale la canzone "New york,New york" e Brandon si commuove lasciando intravedere per la prima e unica volta nel film una parvenza di umanita' nel suo animo,ma la propria patologia non permette legami di nessun tipo,è un ossessione che ti ruba tutto e ti spinge nell'abisso,la solitudine è l'unica cosa di cui Brandon ha bisogno per dare sfogo alle sue patologiche perversioni e di questo lui ne sembra consapevole pur soffrendone tanto,in un momento del film Brandon  prova ad intrecciare una relazione sentimentale con una sua collega sperando di liberarsi una volta per tutte del suo demone interiore,ma il tutto fallisce miseramente perche' il sesso per lui e' solo un anestetico ad un forte gelo interiore e quando si tratta di fare davvero l'amore questo gelo torna piu' prepotente che mai rendendoti alienato al mondo che ti circonda,solo il tentato suicidio della sorella Sissy sembra in qualche modo scuotere Brandon dal trovare una vera via d'uscita da questo pericoloso circolo vizioso,ma il finale del film è molto ambiguo e lascia moltissimi interrogativi..... il film e' quindi riuscitissimo grazie alla magistrale e fantastica interpretazione di Fassbender che ha avuto coraggio nel calarsi anima e corpo in un ruolo cosi' controverso sdoppiandosi in due parti il Brandon con la finta facciata perbenista che lavora in una grande azienda e il Brandon malato di sesso,sicuramente questo fantastico attore sara' uno dei nuovi volti del cinema mondiale,bravissima anche Carey Mulligan nel ruolo della sorella dall'animo fragile e con una personalita' da dipendenza affettiva,Shame e' quindi un film controverso e coraggioso che denuncia anche la solitudine e la patologia di un uomo qualunque nella grande metropoli e questo non puo' non far ricordare un altro alienato come Travis Bickle anche se il registro narrativo del film "Taxi Driver" e' diverso,ma il tema dell'esistenzialismo e della patologia mentale con uno sfondo di una metropoli è raccontato alla grande in entrambi i film....

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