Espandi menu
cerca
On the Road

Regia di Walter Salles vedi scheda film

Recensioni

L'autore

Scappo24

Scappo24

Iscritto dal 23 maggio 2011 Vai al suo profilo
  • Seguaci -
  • Post -
  • Recensioni 58
  • Playlist 7
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su On the Road

di Scappo24
4 stelle

Dalla cellulosa alla celluloide cambia poco solo a parole, differenti universi di emozioni, sensazioni e immagini; l’esempio perfetto è la trasposizione della prosa diretta di Kerouac, capostipite del movimento beat con On The Road (Sulla Strada).
 Con lo pseudonimo di Sal, Kerouac racconta in prima persona le sue vicende sulla strada d’ America assieme al suo compagno di viaggi, l’irrefrenabile Dean Moriarty (in verità il poeta Neal Cassady) e agli intellettuali Carlo Marx (Allen Ginsberg, autore del poema Urlo) e Old Bull Lee (al secolo William S. Burroughs). Sulla strada di fine anni ’40 e inizio anni ’50 il giovane baluardo Kerouac è in cerca della propria ispirazione, del senso di vita che gli sfugge e non è mai riuscito a cogliere. Ma se On The Road libro era LA STRADA, il film di Salles è solo la semplice linea bianca in mezzo alla carreggiata che si srotola davanti all’auto che scorre lungo il suo percorso, lineare, asciutta, quasi priva di emozioni, quando invece ci era descritta come tortuosa, vissuta, desiderata ed amata. L’amore e la ricerca continua del viaggio e della scoperta non si percepiscono affatto nelle 2 ore di immagini che cercano di dare forme alle idee sviluppatesi nella nostra mentre attraverso le parole e i versi di Kerouac.
Il progetto appare già poco lucido da subito, quando il protagonista parte per l’Ovest senza un vero spirito guida che lo muova (nel libro per raggiungere i suoi amici a Denver e la voglia di scoprire la città di San Francisco), vengono ridotti personaggi abbastanza importanti come l’amata Terry, presentata e congedata con sufficienza; il tutto non aiutato da un pessimo doppiaggio. Se è senza infamia e senza lode il Sal cinematografico, infondo non importantissimo in quanto sempre parte fissa che ci racconta le situazioni e ci confessa le proprie emozioni (basta la Voce Off  narrante ma non è che si siano sprecati), è stato fatto peggio con la trasposizione di Dean, quasi più importante del protagonista narratore perchè è sempre lui che abbiamo davanti nelle vicende, è colui che vediamo agire ed entusiasmaci per osmosi come con l’autore; purtroppo ce lo eravamo immaginati (o me lo ero immaginato) molto più coinvolgente e credibile, con la sua estasi e voglia di vivere fuori dal comune, anima del gruppo di intellettuali ribelli, che nel film può sembrare un puro pazzo, e forse è effettivamente così come ci confessa sulle pagine Kerouac, ma non ci spiega il perchè, non viene approfondito a fondo e resta anche lui come gli altri personaggi un’incognita.
Tutto questo è riconducibile sia ad errori di regia (attenzione, qui Salles doveva raccontare di viaggio disgregante e verso un’incognita mentre nel fortunato adattamento della gioventù del Che raccontava di viaggio di costruzione e crescita) sia soprattutto per una sceneggiatura non adeguata, che come detto non va mai a fondo, non ci rende partecipi della strada, non si percepisce tutto il VIAGGIO dell’autore ma sembra piuttosto di trovarsi solo in LUOGHI diversi, statici, senza identità, quando invece Kerouac ne faceva la forza più grande del racconto, descrivendoci il viaggio e la strada come un cambiamento e una scoperta che gli nasceva dal profondo. Era soprattutto un viaggio vissuto, sudato, lungo, tramandato da sensazioni fresche, limpide e dirette, ma sempre in maniera irrefrenata ed irrequieta come se non ci volesse far mai stancare e smettere di leggere. Nel film accade proprio il contrario. Anzi per chi non avesse letto il libro, il film può far apparire in cattiva luce il personaggio di Kerouac, già motivo di dibattiti per certi suoi ideali o per lo stile di vita di semplice vagabondo, che sembra abbia scritto solo di scorribande, scopate e massicci usi di droghe, mentre l’opera respira di puro ed ancestrale spirito di libertà, della propria libertà, di ribellione e intemperanze giovanili, della ricerca della terra promessa, la ricerca di se stessi. Il film non ci gira arriva vicino, neanche un po’.
La soluzione sarebbe potuta essere una maggiore autorialità sul progetto, con qualcuno che si fosse preso sulle spalle l’intera responsabilità di portare sullo schermo la trasposizione più fedele possibile. Le numerose star ad alto budget e dal breve minutaggio potevano benissimo essere sostituite con attori emergenti o semi-sconosciuti sia per dare più personalità e un vero volto da non famoso ai personaggi, sia per concentrarsi economicamente su sceneggiatura e durata del film: quindi più location, attrezzature, più giorni lavorativi… Insomma voglio arrivare a dire che un progetto così doveva essere un’opera imperiosa da quasi 3 ore per essere fatta bene, invece si è fermata all’essere una normale commedia che non segnerà un’epoca che fu di Jack Kerouac.
Lorenzo Scappini

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati