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È stato il figlio

Regia di Daniele Ciprì vedi scheda film

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La recensione su È stato il figlio

di supadany
8 stelle

VOTO : 7,5.
L’esordio di Daniele Ciprì in versione solitaria è un buon prodotto, anzi direi quasi ottimo, non che ci si debba sorprendere (in fondo di avere delle qualità particolari lo aveva già dimostrato più volte seppur in scenari un po’ diversi), ma fa comunque piacere constatare che la sua nuova strada sia partita all’insegna dei migliori auspici, e non solo per il meritato premio conseguito al Festival di Venezia.

La famiglia Ciraulo (soprav)vive in una sorta di tranquilla povertà, fino a quando la piccola Serenella non finisce uccisa.

Lo sconforto per la tragedia però lascia presto il campo alla concreta possibilità di ricevere una lauta ricompensa statale (220 milioni di vecchie lire) che spetta alle famiglie delle vittime innocenti di mafia.

Questo cambia gli equilibri più volte, il capofamiglia Nicola (Ton Servillo) è costretto a chiedere un prestito rischioso fino a quando i soldi non arrivano (si sa, la burocrazia ha i suoi tempi) e quando finalmente tutto sembra andare a posto ecco l’acquisto di una mercedes (giusto per far vedere che adesso sono dei signori) e questo comporterà ulteriori sviluppi negativi quando il figlio Tancredi (Fabrizio Falco) deciderà di uscire una sera di nascosto con l’automobile.

Fin da subito il film si cala in un’atmosfera particolare di degrado (ottima la fotografia “arrugginita”), anche se la storia ci mette un po’ a decollare, ci pensano i volti (sempre molto ricercati), le piccole battute di circostanza e la vita fatta di poche cose (il lavoro precario di Nicola, i giochi dei bambini, la giornata al mare, il non lavorare di Tancredi) a tenere a galla lo scenario.

Che poi pian piano cresce ed offre parecchio, a partire da un interessante contrasto tra un fatto luttuoso (la morte di Serenella) e quello che poi di buono, quanto inaspettato, questo comporta.

Ma la vita sa essere cinica e così la vera felicità non può arrivare (tra un usuraio pacato ma determinato e la voglia di mettersi in mostra spendendo tutto per un potente, quanto inutile, mezzo puramente decorativo), anzi guaio chiama guaio (soprattutto per chi non sa nemmeno cosa sia una banca).

Fatto che si manifesta in un finale nel quale la voce narrante (il personaggio di Alfredo Castro, altra scelta di casting importante) “entra” prepotentemente nella storia che conquista nel dramma che si compie e nelle spietate scelte che guardano l’interesse materiale e non quello umano, anche di fronte al più grave degli atti.

Finale che impreziosisce ulteriormente il film, costruito con estrema cura e scelte stilistiche che visivamente risultano molto efficaci (sia in alcune riprese che per la scelta degli scenari, spesso davvero suggestivi per la loro particolarità geometrica e/o per i colori) e che si avvale di attori davvero notevoli (quasi inutile menzionare il mattatore Servillo, vale più la pena sottolineare l’apporto di tutti i membri della famiglia Ciraulo, fra tutti Aurora Qauttrocchi che si erge incredibilmente quando arriva il momento di fare i conti in tasca), anche tra quelli secondari (corpi e volti pittoreschi, a volte proprio grotteschi, comunque volutamente lontani dall’ordinarietà).

Per tutti questi motivi “E’ stato il figlio” riesce ad essere uno dei film italiani più interessanti delle ultime stagioni (siamo partiti bene quest’anno), un prodotto che vale la pena di vedere e consigliare.

Talentuoso.

Su Daniele Ciprì

VOTO : 7,5.
Davvero notevole sotto quasi tutti i punti di vista.
Crea un'atmosfera originale, riempie la storia di dettagli e particolari che stuzzicano l'attenzione e generano sincera meraviglia.

Su Toni Servillo

VOTO : 7,5.
Collaudato mattatore, interpretazione suntuosa, ricca di sfumature, espressioni ed atteggiamenti degni di un cavallo di razza.
Insomma si conferma ancora una volta il miglior attore che abbiamo in Italia adesso.

Su Giselda Volodi

VOTO : 6/7.
Volto efficace, recitazione fresca e sincera.

Su Alfredo Castro

VOTO : 7.
Meno travolgente che nei (bellissimi) film di Larrain, ma più che altro lo richiede il ruolo.
Ma verso il finale regala una manciata di sguardi davvero coinvolgenti.

Su Aurora Quattrocchi

VOTO : 7.
Brava per buona parte del film, assolutamente strepitosa nel finale, dove quasi trasfigura e domina la scena.

Su Fabrizio Falco

VOTO : 6/7.
Volto giovane molto interessante, anche aiutato da una direzione efficace e da un ruolo interessante.

Su Benedetto Raneli

VOTO : 6,5.
Altra felice scelta del casting, fa cose semplici, ma sempre piuttosto bene.

Su Piero Misuraca

VOTO : 6,5.
Sbruffoncello e intraprendente quanto occorre al ruolo.

Su Giacomo Civiletti

VOTO : 6,5.
Parte secondaria, ma utile alla causa, insomma quando è in scena fa la sua "sporca" figura.

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