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Un giorno questo dolore ti sarà utile

Regia di Roberto Faenza vedi scheda film

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La recensione su Un giorno questo dolore ti sarà utile

di zombi
6 stelle

parte e si mantiene su un tono piuttosto irritante questo film, per poi stabilizzarsi in corso d'opera durante i canonici 90/100 minuti in una di quelle medietà tranquille che non sconquassano e fanno un pò da tranquillante. roberto faenza ha saputo costruire un medio film americano che mi ha fatto dire in più di un'occasione, ecco, vorrei avere una colonna sonora come quella ogni tanto durante il giorno, oltre ovviamente avere i soldi necessari per poter fare la vita che james a new york. la colonna sonora e le canzoni mi son piaciute. il film è un film girato a new york nei posti più puliti e asettici probabilmente che si potessero trovare. james è un dicassettenne con una gran confusione in testa che forse una cosa certa la sa.... non vuole fare l'università. a tale affermazione, contrattacca dicendo che gli piacerebbe comprarsi una bella casa in campagna(cioè, appena fuori new york) in un di quei quartieri dove le case hanno giardini che sembrano foreste, come appunto la casa della nonna nanette. e che altro nome avrebbe potuto avere la nonna di un film girato con un consulente di scorci e paesaggi?... non certo norma o phyllis. c'è da dire che non ho letto il libro e quindi sicuramente su carta tutto ha un senso e una spiegazione, però su schermo, tutti questi dettagli assumono un tono di irrealtà e presa per il culo che sfiora la farsaccia più becera. dicevo che james vorrebbe ritirarsi in campagna a leggere tutti i libri che non riesce a leggere lavoricchiando per la madre in una galleria d'arte(!!!)e magari fare(dopo averlo imparato)uno di quei mestieri caduti in disuso come il falegname, o perchè no(consiglio io)il bergamino, o il turnista in fabbrica. tutti i probemi hanno deciso di coalizzarsi contro il povero james che è praticamente costretto dalla madre ad andare ad un incontro con una terapista che fa anche la life-coach..... ovvia la reazione di james che urla alla madre che a diciassette anni ci può anche stare che non abbia (ancora!)le idee molto chiare, e gli pare pure strano sentirselo dire da un madre appena tornata da un matrimonio(il terzo) durato meno di 48 h, da una sorella che a 23 sta scrivendo le sue memorie e da un padre che vuole fare un intervento di chirurgia plastica mirata, a farsi tirare le rughe intorno agli occhi per poter pescare meglio nel grande vivaio muliebre di manhattan e dintorni. dev'esserci un punto d'incontro tra la bolla dorata in cui vive james e la vita di un qualsiasi(tipo me per esempio) spettatore che si sta gustando le sue traversie. dev'esserci da qualche parte ma non sono riuscito a trovarlo, se non nel fare 4 passi tra le nuvole che durino appunto un'ora e quaranta o farsi dolcemente accompagnare tra le braccia del lettuccio che stava chiamando, verso le 23 circa. e il sufficiente al film non sta tanto nel vedere le solite strade new yorkesi o le belle case che potrebbero benissimo essere trapiantate altrove, ma nell'intuizione che dietro a questo tentativo di romanzo di formazione pasticciato ci siano delle idee consistenti su cui regista e sceneggiatori si siano basati credendo bastasse per rendere un pò meno aggressivo questo diciassettenne annoiato e asociale con una madre sclerotica che teme la solitudine che riesce a tenere a bada le sue ansie con registrazioni zen(marcia gay-harden), un padre ultra cinquantenne(che fa più male dell'over fifty)con le fregole per le ragazzine(un redivivo peter gallagher), una sorella isterica in pena per le proprie memoria a 23 che sta con un professore che potrebbe essere suo nonno(deborah ann woll) e una nonna che sta dietro alle sue suonate(bontà di nonna appunto)cercando di dare un indirizzo alle bestialate che dice(la sempre splendida ellen burstyn). insomma, se ne può fare tranquillamente a meno, ma nel caso vi ci trovaste davanti....

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