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The Artist

Regia di Michel Hazanavicius vedi scheda film

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La recensione su The Artist

di AndrewTelevision01
9 stelle

"Non voglio parlare! Non voglio dire una parola!"

-George Valentin

Anno 1927: George Valentin (Jean Dujardin) è un divo del cinema muto, idolatrato da milioni di persone. Un giorno, una sua ammiratrice di nome Peppy Miller (Bérénice Bejo) viene fotografata insieme a quest'ultimo durante la première di un suo film, e successivamente viene pubblicata una foto di ambedue. Passa il tempo e i due si rincontrano: lei lavora come comparsa in un film e sul set i due sembrano innamorarsi. Con l'avvento del sonoro, nel 1929, George è costretto a ritirarsi, abbandonando la fiducia del suo produttore Al Zimmer (John Goodman), quale è più interessato a rendere i film per i giovani, sia a livello strutturale che di competenza. Va avanti la carriera di Peppy, quale diventa colonna portante dell'ormai cinema anni 30', e quindi sonoro.

Opera d'arte con i fiocchi. Visto qualche anno fa, quando vinse gli Oscar nel 2012 non calcolai la meraviglia che il film riusciva a trasmettere e ho deciso quindi, dopo tanto tempo, e proprio nel periodo in cui sono in voga col cinema muto, di cimentarmi nell'impresa di dover rivedere questo fantastico film. Storia lineare, attori spettacolari, location portentose, tematiche trattate con cura, musiche splendide all'inverosimile: insomma, "The Artist" è un film che sicuramente non dimenticherò facilmente. Di produzione francese, il film è stato nominato a ben 10 Oscar, di cui 5 vincitore (miglior/i film, regia, attore protagonista, costumi, colonna sonora). Vi sono varie citazioni che si notano a occhio nudo, partiamo dalla più evidente:

  • il cognome dell'attore protagonista cita quello del noto attore Rodolfo Valentino;
  • il look dell'attrice protagonista ricorda tantissimo varie attrici degli anni 20', tra cui Clara Bow e Louise Brooks;
  • le musiche composte ricordano il tema del film "La Donna Che Visse Due Volte" di Hitchcock;
  • vi sono vari riferimenti registici al film "Quarto Potere", di Orson Welles;

In conclusione: il film mi ha commosso più volte e ciò mi ha dato la prova che l'argomento trattato, seppur mi interessasse poco prima della revisione della pellicola, vale a volte la metà della morale pressante di parecchie scene delicate dell'opera. Mi hanno molto colpito scene come quella del tentato suicidio di George: quella scena è perfetta per il semplice fatto che coglie il fatto di mutarsi. Non è un caso che in un film muto una scena sia senza suono, letteralmente parlando, ma per quella scena in particolare è dovuta. Lo considero un qualcosa di maestoso, portante di ispirazione e maturazione.

Capolavoro.

9.

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