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Guilty of Romance

Regia di Shion Sono vedi scheda film

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La recensione su Guilty of Romance

di Kurtisonic
6 stelle

Nuovo attacco non molto mascherato ai valori e ai modelli sociali giapponesi attraverso modalità cinematografiche diverse e depistanti da parte di Sono Shion. Si mescola l'horror, il thriller, il dramma erotico, la letteratura, per tracciare solchi di identità femminili. In Koi no Tsumi la moglie insoddisfatta di uno scrittore cerca la sua liberazione attraverso il sesso, una professoressa universitaria ha una doppia vita prostituendosi di notte, sua madre che ne è a conoscenza fa da anello di congiunzione fra i detriti famigliari del passato e la resa dei conti del presente, una detective indaga sul ritrovamento di un corpo di donna orrendamente mutilato. Il film è suddiviso in capitoli, rimanda a flashback e a un montaggio alternato che, contornato da un uso strumentale del colore offre forse l'aspetto più riuscito. Il personaggio centrale, la moglie Izumi percorrerà una deriva per niente originale e se anche una bellissima sequenza la mostra specchiarsi nuda mentre ripete uno slogan pubblicitario che usa per vendere cibarie al supermercato ( uso mercenario della parola , accompagnata dalla naturalezza del corpo), la sua parte migliore la esprime negli atteggiamenti asserviti e compìti al cospetto del marito. Più interessante e complesso è il ruolo della professoressa, che come il marito di Izumi lavora con la parola, ma che attraverso la sua duplice personalità la  traduce in carnalità sfrenata dandone una giustificazione dal senso culturale alto. Per la verità questo aspetto emergerà abbastanza debolmente  a favore di aspetti sessuali depravati ed estremi che condizionano lei stessa e Izumi, lasciando un pò di amaro in bocca allo spettatore. Non a caso il testo guida che lei insegna e da cui prende spunto è Il Castello di Kafka, dunque un terreno in cui tutto sembra costruito per la realizzazione personale ma che è anche fatto per impedirla con ogni mezzo, sembra una grande metafora della modernità. Nell'edizione ridotta a 112 minuti la detective non ha nessuna rilevanza nella parte noir, che lasciata cadere nel vuoto, favorisce la frammentarietà della storia al punto che prevarrà oggettivamente la traccia erotico-drammatica, che però se lasciata sola è già stata ampiamente descritta con risultati significativi da altre realtà cinematografiche anche a livelli assai discutibili. Paradossalmente Sono Shion sembra più contenuto e pur relegandosi in una tecnica dal linguaggio spigliato e postmoderno non ottiene quei risultati compiuti e liberatori che ne caratterizzano l'azione disturbante.

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