Regia di Rúnar Rúnarsson vedi scheda film
La traiettoria di questo bel film islandese, del 2011, segue incredibilmente quella di "Amour" di Haneke, celebratissimo film del 2012, tanto che si potrebbe citare il cineasta tedesco per plagio. Le somiglianze sono davvero troppe. Ma al di fuori di sterili questioni legali, l'opera prima di Rúnarsson ha un respiro diverso da quello angusto e sepolcrale di "Amour". L'anziano Hannes è un uomo poco amato, burbero, chiuso. Anche i figli tendono ad allontanarlo e la moglie lo sopporta silenziosamente. La vita, come in "Amour", lo metterà di fronte alle sue responsabilità di uomo, lo cambierà, porterà di nuovo a galla ciò che era sepolto, in un percorso intimo e profondo alla ricerca del momento in cui la strada dell'esistenza ha preso il suo misterioso e solitario percorso. Attorno a questo dramma umano, l'Islanda, grigia e autunnale, con le sue isole tormentate dai vulcani e il suo mare in perenne tempesta. Niente di gelido come in "Amour", ma qualcosa di più pulsante e feroce, interpretato in maniera splendida dai due anziani protagonisti. Film eccellente, da una cinematografia quasi sempre sensazionale.
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