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40 carati

Regia di Asger Leth vedi scheda film

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La recensione su 40 carati

di supadany
6 stelle

L’esordio alla regia di Asger Leth è decisamente più ambizioso che sinceramente riuscito, ma ha almeno più di un merito, ad esempio quello di “obbligare” lo spettatore alla partecipazione (un po’ come avviene al pubblico che osserva lo sviluppo per strada) anche se poi questo comporta anche dei problemi oggettivi visto che a volte risulta lecito porsi degli interrogativi sulla verosimiglianza di quanto si vede.

Cosa ci fa Nick Cassidy (Sam Worthington) su un cornicione di un albergo di Manhattan?

Minaccia il suicidio, ma dietro a questa sua presa di posizione c’è in realtà un piano pensato insieme al fratello (Jamie Bell) e alla sua ragazza (Genesis Rodriguez) per dimostrare la sua innocenza e smascherare colui che l’ha a suo tempo incastrato.

 

 

Film ad alto voltaggio, giocato sul filo dei secondi (a volte un po’ troppo generosi per far tornare i conti, almeno in qualche modo) che prevede un costante rimescolamento delle carte in tavola con il merito di solleticare la visione spingendo a rivivere/rivedere spesso sotto una nuova ottica quanto già accaduto in funzione di nuovi sviluppi.

Un meccanismo intricato, stimolante per la genesi, ma non sempre gestito con destrezza, infatti non mancano “trucchi” poco realistici (ad esempio alcune motivazioni che fanno scegliere a Nick quel palazzo per mettere in pratica il suo piano), decisioni scarsamente sostenibili (ad esempio vedasi la scusa del funerale, un po’ superficiale credere nella sua possibile attuazione, e il nascondiglio scelto per il diamante oggetto del contendere) e qualche esagerazione più utile sotto il punto di vista dello spettacolo che altro.

In ogni caso è un film coinvolgente, con anche alcune schermaglie sul versante brillante (il duetto tra Jamie Bell e Genesis Rodriguez è sull’allegro andante nonostante il momento), con una cartolina sul modo corrotto, quello della polizia ma non solo (già visto tante volte e meglio, però mutevole quanto basta per non scadere, almeno non troppo), formalmente dotato di una discreta pulizia visiva.

Insomma, non mancano (anzi forse abbondano proprio) aspetti narrativi discutibili, qualcosa non si capisce nemmeno quando partono i titoli di coda, ma sostanzialmente si finisce per tifare e seguire l’andamento proposto come raramente capita e così l’intrattenimento (abbastanza) intelligente finisce con l’essere ampiamente garantito.

Ardito.

 

Asger Leth

Probabilmente finisce con lo strafare e con un pizzico maggiore di concentrazione avrebbe potuto fare meglio, ma allo stesso tempo riesce a dar vita ad un film adrenalinico con alcune sequenze decisamente ben fatte.

Discreto.

Elizabeth Banks

Fuori dal suo contesto prediletto, la commedia, mette in campo un temperamento consistente, ma il personaggio non convince fino in fondo e lei appare un pò troppo sostenuta.

Sufficiente.

Sam Worthington

Nei panni del protagonista, ci mette il fisico, ma per la parte in questione un pò di espressività in più avrebbe senza dubbio giovato.

Comunque largamente sopra la sufficienza.

Jamie Bell

Divertito e partecipe, gigioneggia forse un pò troppo, ma regala un pò di verve alla storia.

Più che sufficiente.

Ed Harris

Nei panni della fastidiosa "carogna", quando ci si mette riesce pienamente a risultare disgustoso.

Kyra Sedgwick

Si trova nella parte di una giornalista accorsa sul posto cercando lo scoop.

Ruolo poco consistente.

Edward Burns

Abbastanza imbolsito in un ruolo che non richiede molto.

Anthony Mackie

Altro poliziotto che non è ciò che sembra (e che poi in fondo lo è anche).

Dignitoso, anche se sul finale il suo personaggio è fin troppo scontato, pur all'interno di un presunto colpo di scena.

Genesis Rodriguez

In coppia con Jamie Bell funziona egregiamente, poi una bellezza del genere in un film come questo regala sempre qualche sponda in più.

Consona.

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