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6 giorni sulla terra

Regia di Varo Venturi vedi scheda film

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La recensione su 6 giorni sulla terra

di supadany
3 stelle

E pensare che sul retro della copertina del bluray compare un estrapolato pregno di lodi affibiato proprio a FilmTv.it che durante la visione del film mi aveva sconvolto per bene, ma non allo stesso livello del venire a conoscenza, leggendo la recensione ufficiale, che questa affermazione non è presente (ed aggiungerei, per fortuna).

Da anni Davide Piso (Massimo Poggio) studia il fenomeno dell’adduzione aliena che vede creature extraterrestri impiantarsi all’interno di corpi umani così che quando la giovane Saturnia (Laura Glavan) richiede il suo aiuto, durante una seduta di ipnosi, la creatura al suo interno riesce ad impossessarsi definitivamente del suo corpo.

Lo scienzato è determinato a salvare in ogni modo la ragazza, ma intorno a lui ed al suo gruppo di studio si riversano le bellicose attenzioni di personaggi con interessi diversi dai loro.

 

 

L’incipit appare interessante non solo per l’assunto narrativo (gli alieni sono da tempo tra di noi e le agenzie governative seguono attivamente la loro attività di introduzione nei corpi umani), in quanto ci sono alcune idee figurative che rifuggono dalle solite quattro mura italiane, purtroppo si tratta del più classico dei fuochi di paglia.

Ben presto infatti si registrano tutti i classici difetti delle piccole produzioni “made in Italy”, a partire da una recitazione di basso profilo; ma dico, è così complicato trovare dei volti interessanti? Qui l’unico appropriato mi è sembrato quello di Saturnia, anche se in questo caso stendo un velo pietoso sulla scelta del nome.

Di certo poi non va molto meglio sul versante dei dialoghi, che se da un lato si fanno seriosi con tanto di arzigogolati ragionamenti alle spalle, dall’altro regalano perle degne di uno scult, così come le scene più movimentate, vedi un paio di scontri a fuoco ed un inseguimento, sono realizzate davvero in maniera approssimativa (no comment su come lo spiritato, e minaccioso, Hexabor si fa due volte fregare).

Certo per essere un low budget si è provato a fare qualcosa di diverso sia nella ricerca delle atmosfere sia per la scelta di una storia lontana dai soliti canali privilegiati, ma spesso si perde il polso della situazione (ad esempio, alcuni personaggi sono impresentabili).

Abbastanza inquietante invece il riassunto post-finale (c’è poco di che stare tranquilli), peccato che ci si arrivi dopo un percorso ad ostacoli con spiegoni allucinanti (o forse è meglio definirli allucinogeni) e soluzioni difficili da prendere per valide.

Un brutto pasticcio che spreca una discreta partenza ed una profusione d’impegno che però non va di pari passo col talento e con idee ragionate (per quello che è, il film ha anche il peccato originale di prendersi tremendamente sul serio).

Un po’ meglio rispetto a tanti altri “low budget” italiani (come per esempio “Hypnosis”), ma comunque deficitario sotto parecchi punti di vista.

Azzardato.

 

Varo Venturi

Interessante l'idea di partenza, non manca l'impegno nel cercare sviluppi inconsueti per il cinema italiano, qualche spunto è ben proposto, ma poi arrivano anche momenti di rara bruttezza e ci si prende troppo sul serio anche quando non ci sarebbe la concretezza per poterselo permettere.

Tra "pro e contro" mi sento comunque di rimandarlo ad una nuova occasione.

Massimo Poggio

Tra i vari attori presenti non è certo il peggiore, soprattutto è condizionato dall'impossibilità di essere credibile di fronte a certe affermazioni che il suo personaggio è chiamato a fare.

Non arriva alla sufficienza piena.

Laura Glavan

Tra tutti i componenti del cast mi è sembrato essere il suo il volto più interessante (anche grazie alla natura del suo personaggio).

Questo premesso che anche nel suo caso il suo personaggio ha un paio di situazioni nelle quali è meglio nascondere la testa sotto la sabbia, perchè un pò di vergogna la provoca (e non è certo un complimento).

Marina Kazankova

Poco convincente.

Ludovico Fremont

Altro personaggio più fumoso che altro.

Varo Venturi

Poteva proprio risparmiarsi la presenza e soprattutto il personaggio.

Da dimenticare (e velocemente).

Pier Giorgio Bellocchio

Limita i danni per quanto gli è possibile.

Emilian Cerniceanu

Degno di uno scult in piena regola.

Giovanni Visentin

Insufficiente.

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