Regia di Garry Marshall vedi scheda film
Nomi in cartellone a parte, il film è davvero pochissima cosa: non diverte, non commuove, mai un guizzo di originalità. Insomma, da evitare a tutti i costi.
La commedia americana è arrivata al capolinea. Questo il triste pensiero che viene alla mente dopo aver visto “Capodanno a New York” di Garry Marshall (quello di “Pretty Woman”, tanti tanti anni prima). Un film costato la bellezza di 56 milioni di dollari, che per una commedia sono tantissimi, 55 dei quali suppongo investiti nel cast strastellare in cui persino per i ruoli più marginali sono si è fatto ricorso a nomi del calibro di James Belushi, Matthew Broderick o Julie Andrews. Ma nomi in cartellone a parte, il film è proprio poca, pochissima cosa. Non fa ridere assolutamente mai e credo che non riuscirebbe a commuovere nemmeno la meglio disposta delle casalinghe dalla lacrima facile. Ma la cosa più triste in assoluto è che un prodotto così vuoto abbia incassato qualcosa come 140 milioni, dimostrando quindi che la scelta di fare a meno di una sceneggiatura puntando invece su dozzine di particine assegnate alle stelle hot del momento paga eccome al botteghino. Ultima nota per John Bon Jovi, uno che trent'anni fa faceva tanto il rocker ribelle ma che alla prima ruga non c'ha pensato due volte a ricorrere alla chirurgia plastica come il più fatuo dei presentatori TV.
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