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Another Earth

Regia di Mike Cahill (II) vedi scheda film

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La recensione su Another Earth

di ROTOTOM
8 stelle

Le regole dell’attrazione.

Un nuovo pianeta si affaccia alla vista degli abitanti della Terra. E’ una copia del nostro mondo che proviene dall’ignoto spazio profondo. Sempre più vicino, tanto da essere visibile nei suoi particolari ad occhio nudo, Terra 2 così viene definito il nuovo astro, diventa una meta possibile, raggiungibile con i nuovi razzi che si apprestano a partire dalla vecchia Terra.  Rhonda (Brit Marling), studentessa di astronomia, ha fatto una sciocchezza proprio il giorno in cui il pianeta è divenuto visibile. Ha sterminato una famiglia intera, investita con l’auto mentre sporgeva il capo fuori dal finestrino dirigendo lo sguardo verso l’immensità del cielo. Ora, impegnata a restituire un senso alla vita a John (Willam Maphoter),  unico superstite della strage rimasto solo con i propri fantasmi, intuisce che quel pianeta può essere la soluzione al danno compiuto.

Another Earth è un film che rientra in pieno nell’ambito della fantascienza filosofica. L’estensione della realtà verso mondi possibili grazie all’intensificazione della tecnologia è tutta a vantaggio non della spettacolarizzazione del soggetto o all’impatto sulla fisica astronomica, quanto alle sue implicazioni etiche e morali. E’ la materializzazione psichica del Doppelgänger, un doppio speculare che in questo caso non sottintende una pulsione di morte o un’attrazione verso l’oblio dell’annullamento  per collimazione del positivo al negativo. Piuttosto è la possibilità della seconda chance che conduce ad una vita quasi uguale all’originaria ove rimediare agli errori, cancellare rimpianti, sotterrare i rimorsi.

Rhonda espia la propria colpa ricominciando dal basso, dalla terra. Ciò che ha causato guardando il cielo può essere ricomposto imponendo lo sguardo a terra, pulisce la scuola ove ha trovato lavoro, rimuove spazzatura, restituisce dignità a ciò che era lurido. Rhonda entra nella vita di John in punta di piedi, ripulendo materialmente la sua vita dalle macerie di un passato bloccato in un istante di due anni prima. Un paradosso temporale che trova un efficace parallelismo nel medesimo paradosso dettato dall’incontro, possibile, con il proprio se stesso abitante sul pianeta gemello. La sincronia dei due mondi, infranta dalla rispettiva presa di coscienza dell’esistenza dell’altro, sposta l’attrazione planetaria dalla fisica,  sempre disattesa non avendo rilevanza i fini della storia,  a quella psichica.  La presenza di Terra 2 a differenza dell’astro ignoto e crudele di Melancholia di Lars von Trier che aveva nell’inevitabilità della distruzione imminente la perversa bellezza  della natura, offre una possibilità di scelta regolata dal libero arbitrio che regola la vita di ogni essere umano.  Una concezione laica della vita oltre la vita stessa, possibilità che solo l’elaborazione del reale  della fantascienza filosofica verso i territori confinanti con l’anima, può rendere credibile.

Another Earth è quindi un dramma intimista, commovente e intenso che rifiuta totalmente i momenti di climax preferendo una narrazione rarefatta e implosa sui volti dei due attori. Mike Cahill, gira con molta camera a mano, in una frammentazione temporale dilatata che fa largo uso del jump cut mentre improvvise sfocature annullano e riprendono i personaggi sulla scena come se l’unico effetto della vicinanza del pianeta   fosse una vibrazione dell’aria, un difetto di percezione dell’esistere dettato dal feedback di due entità speculari. Un film ambizioso e anticommerciale, sicuramente molto interessante girato con grande consapevolezza e rigore anche se non raggiunge le vette del rispettivo Doppelgänger, Melancholia, al quale è stato più volte accostato per tematica e con almeno una scena  - l’abbandonarsi ad un amplesso melanconico con l’astro da parte di entrambe le protagoniste – curiosamente simile.  Il finale sospeso pone altre domande, le risposte sono nell’intimo della sensibilità di ogni spettatore.

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