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Insidious

Regia di James Wan vedi scheda film

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La recensione su Insidious

di PompiereFI
4 stelle

Cambiare casa porta sfortuna. Ormai è assodato. Completare l’ultimo segmento della famiglia riunita sotto lo stesso tetto, attraverso l’acquisto di un nuovo immobile, è de­leterio. E non si tratta solo della fatica di pagare il mutuo o dello sforzo fisico del trasloco. Nei film horror c’è da affrontare quasi sempre un conto aperto con spiritelli infamous più che insidious. Anche qui la situazione precipita presto: qualcuno entra inspiegabilmente in coma, voci misteriose e gracchianti coprono il suono di un pianoforte, gli allarmi domestici suonano quando gli pare, ombre sinistre compaiono dietro le finestre.

 

Niente paura: si tratta semplicemente di contatti con l’Altrove (che non sarebbe altro che una realtà parallela alla nostra dalla quale le anime mortarelle cercano di fuggire). Ovviamente, tra i personaggi, c’è qualcuno che non crede all’irrazionale e rifiuta qualsiasi intervento spiritico, e c’è chi invece si abbandona all’unica speranza che rimedi alla perdita di coscienza.

Paranormal activities si susseguono in un film stiracchiato e noioso. L’ultima mezz’ora è un’esplorazione alla cieca di tutte le stanze infernali possibili, senza alcun pathos a rinverdire e a dare senso a un legame familiare che griderebbe vendetta. Ci si diverte di più girando sui classici tunnel dell’orrore dei luna park: almeno lì si gode dello sferragliare delle carrozzine, le maschere sono dipinte con la stessa mancanza di gusto, e magari ci scappa pure una pomiciata veloce.

 

A scalfire la seriosità degli avvenimenti, arrivano ad occupare lo schermo due irresistibili ghostbusters “di appoggio”: con le loro foto, i disegni estemporanei e le braciole sulle orecchie, sciorinano una serie di convintissime gag che, da una parte, contrastano troppo con l’animo deprimente del film, dall’altra sono una boccata d’ossigeno nel marasma di spettri gettati in scena un po’ alla rinfusa. Anche la solidità di una buona interprete come Barbara Hershey è sprecata in un ruolo carente di un seguito drammatico ed emotivo.

 

Non resta che constatare per l’ennesima volta la mancanza di idee di certo cinema di genere, diretto per l’occasione da un James Wan distratto. L’Altrove si è impossessato delle anime di sceneggiatori e registi. Sarà difficile salvarsi dalla deriva creativa. Piove piove, l’ingegno non si smuove, si accende la candela, si dice buonasera.

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