Regia di Marco Ponti vedi scheda film
Lui avvocato divorzista, lei assistente universitaria: fidanzati da tempo, stanno preparando il matrimonio. Ma un giorno lui conosce per caso un'altra, un'attrice piacente e fin da subito disponibile nei confronti dell'uomo, che naturalmente perde la testa.
Il paradosso del titolo, amare qualcuno troppo per riuscire a dirlo, si eleva al quadrato quando viene concretamente pronunciato dai due protagonisti, Francesco Scianna e Jasmine Trinca: il film è tutto qui. Un lavoro televisivo (e in maniera neppure troppo mascherata) con una trama sempliciotta e qualche banalità sentimentale a riempire cento minuti circa di prima serata sul piccolo schermo; il nodo della trama è il più classico dei triangoli con l'uomo infedele che porta avanti contemporaneamente due relazioni – ma le due donne si coalizzano contro di lui. Nulla da eccepire sul mestiere di Marco Ponti, regista e sceneggiatore, e degli interpreti (tra gli altri: Valeria Bilello, Fabio Troiano, Carolina Crescentini ed Enrico Bertolino), ma francamente il film fa acqua da tutte le parti, sia per la scarsa fantasia della storia in sé che per le soluzioni narrative adottate – ad es. la vamp presuntuosa (Crescentini) che improvvisamente si fa umile e collaborativa; o in senso più generale l'idea di vendicare un torto subìto, per quanto grave, con la violenza fisica e il sangue (in una scena di pestaggio di Scianna che secondo la logica del lavoro rende tutti felici, in quanto il colpevole viene finalmente punito; nel finale a un'altra salva di cazzotti in faccia l'uomo si permette addirittura di rispondere con uno schiaffone: perplessità su perplessità). Produzione Taodue per Mediaset. 2,5/10.
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