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Beginners

Regia di Mike Mills vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Beginners

di alan smithee
6 stelle

(Ri)scoprirsi gay a 75 anni, dopo 44 anni di matrimonio, un figlio, una moglie amata almeno con l'affetto e il calore di una coppia affiatata, un po' meno con l'ardore di una passione che non e' mai veramente nata. Hal Fields, facoltoso e distinto direttore di un museo, da tempo in pensione, una volta rimasto vedovo rivela al figlio quasi quarantenne le sue vere tendenze sessuali e decide di vivere serenamente e con la vitalita' sfrenata di un giovane, tutti gli istinti che ha per decenni dovuto reprimere o comunque tenere nascosti. 
Il figlio Oliver, sbigottito dalla notizia e di indole piuttosto fosca e poco socievole, e' comunque pienamente rispettoso della singolare scelta paterna e inizia ad apprezzarne (e ad invidiarne) la brillante vitalita', che non viene smorzata neanche dalla terribile notizia del tumore che sta velocemente consumando l'anziano genitore.
La memoria di questo padre sui generis ritorna prepotente quando il flglio conosce ad una festa la bella attrice francese Anna, occasionalmente muta per problemi alla laringe; Oliver cerca di trovare nella memoria paterna e in alcuni episodi di vita trascorsi con l'eccentrica ed originale madre, quell'aiuto di cui necessita per evitare che la bella storia nascente tra i due ragazzi naufraghi rapidamente come le sue precedenti quattro storie d'amore risoltesi in un fallimento. E forse questa spensierata e saggia ricetta di vita paterna e' davvero l'unico modo per rifuggire a dubbi ed incertezze che hanno reso fino ad ora la vita del ragazzo grigia e monocorde.
Il secondo film di Mike Mills, delicato e a tratti toccante, trova nella potenza dei suoi interpreti principali il suo punto di forza e di notorieta' (anche se il meritatissimo premio Oscar al grande Christopher Plummer come non protagonista non e' stato sufficiente a sdoganarlo, almeno per ora, nei nostri circuiti ufficiali). Una regia non particolrmente briosa organizza il racconto con una certa convenzionalita' e in modo forse troppo didascalico che rischia di sezionare la vicenda in troppe parentesi, creando troppi epiloghi che rendono disomogenea l'organizzazione del racconto.
Resta tuttavia un pregevole scavo interiore che caratterizza le tre principali figure, a cui fanno da corollario invece personaggi un po' abbozzati o addirittura macchiettistici (il compagno di Hal, la sua cerchia di amici) ed un simpatico cagnetto Jack Russell che ruba un po' troppo la scena invocando una simpatia legittima ma forse un po' insistita.

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