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Polisse

Regia di Maïwenn Le Besco vedi scheda film

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La recensione su Polisse

di supadany
8 stelle

VOTO : 7+.
Piacevole sorpresa questa prova cinematografica della regista Maiwenn Lo Besco che s’interessa di mondi molto complicati (quello della polizia abbinato per giunta agli abusi su minori), raccontandoli con umanità, lucida spietatezza quando occorre, senza mostrare preconcetti e lasciando prevalera la naturalezza dei caratteri e dei fatti, anche quando quest’ultimi sono tutt’altro che banali.

E tutto questo viene accentuato notevolmente dal modo di riprendere, ma anche per come vengono narrate le vicende.

Giornate di ordinari abusi sui più piccoli per un gruppo di agenti di polizia che operano nella sezione che si preoccupa di tutelarli da adulti profondamente malati.

Tante persone con la propria vita privata ed i propri ideali da portarsi sempre appresso, tra questi troviamo l’integerrimo Fred (Joey Starr) in rotta con la moglie, pronto ad andare anche contro gli ordini dei superiori nel nome della giustizia.

E quando nel gruppo arriva Melissa (Maiwenn Lo Besco), incaricata di fotografare quanto vede seguendo le azioni e gli interrogatori della polizia, Fred dapprima la accoglie male, ma poi i due si avvicinano giorno dopo giorno.

Intanto intorno a loro altri rapporti cambiano, ma dall’esterno arrivano sempre gli stessi problemi.

Film che colpisce duro e lo fa in più punti e modi; al cuore, perché di fronte a certi eventi non si può rimanere distaccati, alla mente, perché da ciò che si vede partono inevitabilmente svariate riflessioni, allo stomaco perché quando si tratta di essere diretti e duri, allora la regista lo è senza far sconti.

Così assistiamo a giornate ordinarie, ma l’approccio è sempre determinato, spontaneo e volitivo, a rapporti che travalicano l’oggetto del lavoro (tutti hanno sempre una vita privata e spesso non è così facile), trattati anche con inusuale limpidezza e spirito alternativo (il triangolo tra Melissa, Fred e Francesco), ma soprattutto alle botte morali che i tanti casi comportano.

E questi sono sempre trattati con piglio deciso, asciutto e sguardo che tende inesorabilmente al vero (sarà che all’inizio siamo avvisati che tanti aspetti sono presi da fatti accaduti e che quotidianamente accadono), con momenti laceranti (il feto chiuso nella busta, una scena fredda come poche), ma anche improvvisi momenti di ilarità (il caso della ragazza che per riavere il cellulare, scusate lo smartphone, fa sesso orale con più ragazzi) ed altri più semplicementi intimi.

Ed il finale, giocato in parallelo tra un momento di drammatico sconforto ed un altro di nuova pace interiore ottenuta, è la chiusura efficace di un film propositivo, che percorre strade impervie senza sbandamenti eccessivi (giusto qualche sotto storia lontano dall’essere fondamentale) adottando uno stile molto personale che non strizza l’occhio a nessuno, e che forse anche per questo tende a conquistare.

Opera di spessore e non omologata. 

Su Maïwenn Le Besco

VOTO : 7+.
Decisamente una bella sorpresa.
Osa parecchio, coniugando mondi difficili da solcare con piglio originale e occhio tanto scrutatore quanto attento.

Su Maïwenn Le Besco

VOTO : 6,5.
Per buona parte del film se ne sta appartata a fotografare la situazione (in tutti i sensi), ma avrà successivamente modo di farsi notare.

Su Riccardo Scamarcio

VOTO : 6+.
Semplice e pacato.

Su Karin Viard

VOTO : 6/7.
Bel personaggio tormentato e la sua "sclerata" nei confronti della collega di una vita verso la fine è recitata alla grandissima.

Su Marina Foïs

VOTO : 6,5.
Mostra il carattere forte che il personaggio richiede.

Su Nicolas Duvauchelle

VOTO : 6+.
Nel suo piccolo è piuttosto intraprendente.

Su Sandrine Kiberlain

VOTO : 6.
Sufficiente.

Su Anthony Delon

VOTO : 6.
Sufficiente.

Su

VOTO : 6++.
Ordinato e preciso.

Su Louis-Do de Lencquesaing

VOTO : 6++.
Piccolo personaggio che riesce a rendere davvero odioso (ed in questo è stato decisamente bravo).

Su Emmanuelle Bercot

VOTO : 6.
Di contorno.

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