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...E ora parliamo di Kevin

Regia di Lynne Ramsay vedi scheda film

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La recensione su ...E ora parliamo di Kevin

di dollyfc
6 stelle

Voto 6/7
Tecnicamente buono...ed angosciante , sopratutto per chi come me è madre, ma non solo , perchè le vicende narrate in questo film potrebbero, anzi, lo sono state purtroppo, cronaca vera ed hanno coinvolto intere comunità.
Quello che è stato messo in evidenza dai più, è il fatto che la storia di questo ragazzo e quindi del suo gesto di follia sia da mettere in relazione principalmente, se non addirittura  esclusivamente, con il suo rapporto con la madre , fin dai primi vagiti , anzi, fin dai mesi in grembo alla madre, cosa ormai studiata e discussa da tempo.
Di fatto , fin dalle prime scene, è più che evidente una certa mancanza di istinto materno nei gesti della madre di Kevin, un atteggiamento direi quasi insofferente, e tutto il percorso fatto dal regista nel presentarci gli sviluppi della storia fra continui flash back è perfetto. Ecco il motivo per cui ho iniziato il mio commento con " tecnicamente buono ".
Senonchè, visto l'argomento trattato, la drammaticità degli eventi e la pretesa aderenza ad una realtà "vera", non posso fare a meno di sottolineare la mancanza di verosimiglianza nella descrizione di alcune azioni e reazioni all'interno di questa famiglia.
Stiamo parlando di una famiglia benestante composta da un uomo ed una donna che ad un primo sguardo non sembrano certo degli sprovveduti che vivono in un contesto sociale dove ormai anche la famiglia più semplice e poco informata, è comunque al corrente dei possibili interventi sui bambini con disturbi psicologici, e dove anche un medico di base potrebbe porsi ben più di una domanda trovandosi di fronte ad un bimbo come Kevin e non si limiterebbe ad un laconico .." non è molto reattivo vero ....!? " ..." ma forse col tempo passerà ..."
Passano gli anni e questa donna sembra vivere isolata dal resto del mondo, sola , alle prese con un figlio problematico, disturbato o qualunque vocabolo si voglia usare, ma talmente grave da far gemere chiunque osservi, spettatori compresi, appunto.
In questo contesto , e per tutta la durata del film, non si vede più un medico, un insegnante, un amico, un conoscente,un parente, nessuno che interagisca con questa donna e con suo figlio, a parte il marito che " appare " raramente con un atteggiamento da cerebroleso (lui prima di tutti sarebbe stato da psicanalizzare ..) che non si rende conto minimamente della gravità della situazione.
Ora, mi si può dire che tutto il discorso voleva puntare il dito proprio sulla solitudine di questa madre che , oltre ad avere scarso senso materno, non ha la collaborazione del marito e per questo tutto precipita nella tragedia, mi può anche stare bene, esistono casi simili, ma non esiste  , oggi come oggi,  la possibiltà che questa persona sia isolata da tutto il resto del mondo, visto che non stiamo parlando di una famiglia che vive in un contesto rurale dei primi del novecento. 
Poi , per carità, tutto può succedere e , come spesso si dice , oggi giorno ci si può sentire più soli in una metropoli che in un paese di poche anime, ma di fatto la scelta del regista di concentrare quasi esclusivamente il discorso su Kevin e sua madre non mi soddisfa in quanto tutto ciò che li ha portati alla scena finale, quella, davvero magnifica ed emblematica, è solo l'esito di una serie infinita di interazioni fra più persone, qui completamente trascurato o volutamente lasciato all'immaginazione dello spettatore.
A mio avviso è stato come volere discutere sull'esito di una guerra analizzando solo un paio di battaglie.
Sugli attori ...tanto di cappello....tutti splendidi interpreti. 

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