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La moglie bugiarda

Regia di Wesley Ruggles vedi scheda film

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Eliaabbondanza

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La moglie bugiarda

di Eliaabbondanza
8 stelle

 

La storia di questo bizzarro lungometraggio è abbastanza svitata, strampalata ,fantasiosa e accattivante da stuzzicare la curiosità dello spettatore per ottanta minuti filati senza mai un cedimento, una disgressione o una sbavatura! Congegnata con la precisione di un orologio svizzero e effervescente come lo champagne , la pellicola ha grinta, scorrevolezza, impertinenza, ed è ricca di spunti umoristici che vanno a segno ( John Barrymore che arriva nella villa della coppia Lombard/MacMurray a bordo di una barchetta minuscola sempre in procinto di affondare e armato di un portasigarette truccato da pistola, o gonfia palloncini come passatempo nei momenti meno adatti stizzendo chi gli sta intorno; la minuziosa e particolarmente " realistica" ricostruzione dei fatti  presentata durante il processo) :imprevedibile e ricca di colpi di scena, comincia come una classica commedia degli equivoci ( il frammento iniziale è in perfetto stile pochade, e il regista riesce , con un encomiabile meticolosità,ad azzeccare tutti i tempi e le entrate giusti, con risultati di ammirevole efficacia), continua come un thriller comico impregnato di humor nero( e, attraverso la figura del commissario intransigente, dispotico e intuitivo, come una presa per i fondelli di tanto cinema giallo e poliziesco, composto perlopiù da investigatori e membri delle forze dell'ordine eccezionalmente ed esageratamente perspicaci!) ,si trasforma inaspettatamente in un feroce ( quanto lucido)apologo satirico contro il sistema giudiziario statunitense ( la sequenza del processo in tribunale, assomigliante più a una burlesca pagliacciata che a un procedimento legale, è un bello sberleffo ai danni del senso di giustizia a stelle e strisce, e compare anche una breve,ma felice,annotazione sull' arduo e ingrato compito a cui viene sottoposta una giuria!) e  l'enorme autorità e influenza di cui godono i Mass media all'interno della società contemporanea ( capaci di rendere ricco e celebre anche un presunto assassino che prima del misfatto faticava ad arrivare a fine mese !)  e si conclude come un grottesco, claustrofobico, notevole pezzo di cinema da camera ( a dire il vero tutto il film ha un andamento teatrale, girato quasi interamente in interni e con pochissimi movimenti di macchina, ma il capitolo finale non si limita al "teatro filmato": ambientato in un isolotto lontano dalla civiltà,  dove è situata la magniloquente abitazione dei due protagonisti, è qualcosa di più e di meglio, e non sarebbe dispiaciuto a Polansky! Una location distante dalla chiassosa società contemporanea, intima, appartata e dalla funzionalità narrativa proteiforme che si trasforma di volta in volta in luogo di svago, di pericolo, di resa dei conti e di riconciliazioni, creando nello spettatore sensazioni alterne di riso, tensione, angoscia e serenità: un mix esplosivo di emozioni contrastanti che non fa che accrescere e saziare il nostro piacere cinefilo e allietare i nostri occhi!)in cui tutti i nodi vengono al pettine e in cui prende vita un duetto strepitoso tra i due mattatori Carole Lombard e John Barrymore, qui più istrionico, teatraleggiante, esagitato e lunatico che mai, capace di immedesimarsi con acume e notevole coraggio, come solo lui sapeva fare,in un personaggio viscido, mefistofelico, spregevole e squilibrato, accrescendone il valore attraverso una cura quasi maniacale della gestualità e del movimento ( rintracciabile anche nei gesti più insignificanti, come maneggiare un grappolo d'uva o camminare lungo un corridoio): i due avevano già lavorato assieme nel capolavoro assoluto di Howard Hawks " Ventesimo secolo", somma riflessione sul teatro e sul mestiere stesso dell'attore, e confermano qui una splendida intesa recitativa! Fred MacMurray ( che prima di allora aveva già collaborato sia con il regista che con la Lombard), pur ottimo e fascinoso interprete (quì ancora piuttosto giovane, ma già con una certa esperienza alle spalle), accanto a due mostri sacri simili si limita a fare da gregario (nonostante risulti ,da copione e nei titoli di testa,come coprotagonista, occupando perdipiù il primo posto in locandina ), riuscendo però( benché alle prese con un ruolo un po' sfocato, privo di grande personalità o di grande presa sul pubblico) a non scomparire, a lasciare una sua impronta, una sua traccia ( e questo, bisogna ammetterlo, già gli fa onore!)!
Uno dei gioielli della Screwball comedy, forse non il prodotto migliore in assoluto del genere, ma di sicuro uno dei più rappresentativi e influenti ( e difatti uno dei più copiati!). Certo: Wesley Ruggles non ha il senso del ritmo vorticoso o la finezza registica di un Howard Hawks, la raffinatezza di un Ernst Lubitsch o la graffiante durezza di un Preston Sturges  (  cineasti che avrebbero fatto fare al film il salto di qualità definitivo, ergendolo alla perfezione), ma se la cava con dignità, governando sapientemente i diversi registri narrativi e l'inflessibile concatenazione di cause- effetti comici,  confermando di essere un eccellente direttore di interpreti (se il cast compie un ottimo e affiatato gioco di squadra il merito è anche suo, capace di dirigere gli attori come un direttore d'orchestra guida i suoi orchestrali) e ( grazie ad una discreta esperienza nel settore, avendo già diretto star del calibro di Mae West e Cary Grant)un navigato conoscitore dei tempi di cottura farseschi, dimostrando così di essere un buon artigiano in possesso( se non di spirito innovativo o trovate visive geniali) di un enorme mestiere. Il film si può vedere anche come un monumento alle capacità recitative della strepitosa Carole Lombard ( qui realmente incontenibile)che, alle prese con un ruolo sagace, ben strutturato e costruito in fase di sceneggiatura(degna di lode, in cui Claude Binyon , adattando un lavoro teatrale di Louis Verneuil ,riesce a dar vita a un dialogo tambureggiante e a tenere in piedi una vicenda sempre al limite dell'implausibile e dell'inverosomiglianza, trasformando l'insensatezza di fondo in un pregio anziché in un imperfezione), e di grande interesse dal punto di vista psicologico, riesce a dare il meglio di sé, dando vita a un personaggio femminile vivo, affettuoso, ostinato ma anche contraddittorio, artefice di grandi e piccoli disastri ( causati, però, a fin di bene, per eccesso di entusiasmo, a volte senza nemmeno rendersene conto ) e ricco di difetti: bugiarda cronica, svampita, distratta, ingenua, sempre fornita delle migliori intenzioni ( ma a volte una vera peste!), l'Helen della Lombard avrà un notevole ascendente sulle screwball comedy che seguiranno(basti pensare alla Susan di " Bringing up baby" o alla "Geraldine 'Gerry' Jeffers" di Ritrovarsi) ! Divertente quando fa passare il consorte ( all'oscuro di tutto) per un malato mentale allo scopo di potersi tenere la macchina da scivere che le serve per svolgere il suo lavoro di autrice letteraria,  incomparabile quando, di fronte al commissario che la accusa di omicidio, comincia a inventare frottole sull'accaduto per evitare la sedia elettrica, dando cosi libero sfogo alla sua fervida ed inesauribile immaginazione ( immaginazione che sfodera come un arma di difesa ogni qualvolta si senta in difetto o in pericolo, proprio come un istrice tira fuori gli aculei!)! Raramente si è vista un interprete così totalmente priva di eccessi attoriali o vezzi divistici, così misurata anche quando sopra le righe, così tenuamente angelica, solare, intraprendente, così radiosa da illuminare lo schermo a ogni sua entrata , incantando lo spettatore con il suo fascino e il suo carisma, una vera e propria commediante di razza! Più dolce di Katharine Hepburn, più ammaliante di Claudette Colbert, unica, raggiante, magnetica, spiritosa (durante la lavorazione del  " Signore e la signora Smith" di Alfred Hitchcock,  per polemizzare scherzosamente  alla celebre dichiarazione del Maestro del brivido: " Tutti gli attori sono bestiame" , fece portare sul set una gabbia con tre scompartimenti contenenti tre mucche, ciascuna con appeso sul collo il nominativo di un componente del cast, lei stessa inclusa!),capace ( come solo i grandi comici sanno fare)  di suscitare l'ilarità del pubblico anche solo con un gesto o un espressione, espressione con cui, spesso e volentieri, riesce a donare al suo personaggio continue sfumature, arricchendolo di tic e manie, con una padronanza delle proprie capacità espressive e fisiche impressionanti: ne è un esempio il buffo movimento facciale da lei intrapreso ogni qualvolta la sua Helen sia in procinto di dire una bugia( che ,oltre ad essere un sagace e ingegnoso stratagemma narrativo, è anche un ulteriore prova di una sottigliezza e una sensibilità interpretative fuori dal comune!) o il gesto imbastito per mimare le sue abilità da dattilografa (sensazionale!).Perché questa non è solo una recensione: è anche un atto d'amore e di gratitudine per una grande artista che, purtroppo, ci ha lasciati troppo presto, colpa di un destino ingrato e beffardo che si è portato in cielo una Stella magnifica che avrebbe potuto risplendere per ancora molto tempo ! È lei che dà l'acqua della vita( e dello spasso) all'intera operazione attraverso una caratterizzazione ricca di sfaccettature che, in mano a una collega meno accorta, sarebbe potuta cadere nel macchiettismo o nella facile caricatura, rischio che la Lombard evita con ragguardevole destrezza, andando a creare una maschera ardimentosa e impavida di donna disposta a tutto, anche di andare incontro alla pena capitale  pur di aiutare il consorte ( proclamandosi ,con il sorriso sulle labbra, colpevole di un delitto non commesso una volta intuito che tale affermazione può essere d'aiuto alla carriera dell'adorato coniuge): una vera e propria eroina che, pur preoccupata, impaurita e capricciosa( ma fiduciosa fino al midollo della maestria da avvocato della sua anima gemella, di cui si fida ciecamente!),è pronta a rischiare anche la morte per amore ! Da questo punto di vista si può affermare che ci troviamo davanti a una delle prime commedie vagamente ( e forse involontariamente)femministe realizzate a Hollywood ( certo: concetto espresso con maggior timidezza e meno convinzione rispetto a opere successive come " La signora del venerdì" o " La donna del giorno", decisamente più rivoluzionarie sotto questo aspetto!): dietro una falsa apparenza di misoginia ( la cui intenzione potrebbe essere suggerita dalla macchietta della segretaria incapace e di facili costumi, e dai frequenti guai combinati dalla protagonista), se si fa un'attenta analisi, è infatti l'universo maschile (qui  perennemente in bilico sul baratro della disutilità ,dell'imbecillità e del cinismo) a non fare mai una gran bella figura nel corso della pellicola, tra avvocati sbruffoni ed esaltati, ispettori di polizia inetti, noleggiatori creduloni, datori di lavoro erotomani e ricattatori psicopatici , mentre è sempre la figura femminile( benché carica di difetti), accorta, scaltra e fedele ,( come l'amica di Helen, Daisy, sempre pronta a correre in aiuto della compare)a risolvere le situazioni più ardue ( anche a costo di cacciarsi nei guai più insormontabili!) e a condurre il gioco, a  doversi difendere con le unghie in un mondo prevalentemente dominato dall'uomo,  dimostrando coraggio e tenacia, tentando disperatamente di divincolarsi dallo stereotipo di donna oggetto e cercando una propria autonomia, ahimè invano ( quando Helen cerca lavoro per porre rimedio alla disastrosa condizione economica familiare si imbatte in un affarista senza scrupoli che tenta di irretire segretarie giovani e di bell'aspetto al solo scopo di dar libero sfogo al proprio libido e ai propri irrefrenabili piaceri sessuali: zampata mordace che graffia, forse,oggi più che allora, andando a intaccare una problematica, che purtroppo, anche in epoche più moderne, non sembra volgere al termine! C'è l'esposizione della minaccia sociale, ma c'è anche il suo castigo: difatti il furfante satiro precedentemente menzionato dapprima viene malmenato dalla sua " preda", poi viene ritrovato assassinato senza pietà in circostanze misteriose, morte di cui, però,  non se ne dispiace nessuno e che servirà solamente come avvio dell'intreccio raccontato, quindi puro pretesto narrativo, passando successivamente in secondo piano esattamente come la scoperta del vero artefice del misfatto, sbrigata con nonchalance in pochi secondi ! Siamo in un periodo d'oro per il cinema americano, periodo in cui le commedie riuscivano ad essere ancora sanamente cattive, colpendo la società nei suoi punti più deboli e nei suoi aspetti più sinistri, denunciandone così il marciume di fondo!)!
 L' unica caratterizzazione maschile veramente positiva è quella del marito di Helen( cittadino modello e probo tutore della legge ,disposto a sopportare e a subire i comportamenti eccentrici della consorte )che però finisce per eccedere nel verso opposto, faticando così a ingraziarsi le simpatie del pubblico: troppo onesto, troppo bacchettone, troppo serioso e moralista, troppo integerrimo ( in netto contrasto con la personalità della dolce metà, di cui rappresenta l'esatto opposto: d'altronde da che mondo è mondo si sà: gli opposti si attraggono!),così virtuoso da rischiare di mandare a monte la propria carriera e di fare la fame assieme alla moglie pur di difendere i propri princìpi, ma di fondo inconcludente, un pò imbolsito e, nonostante l' affabilità e il carisma di MacMurray, vagamente insopportabile ! Ma , anche se la sua vittoria nell'aula di tribunale ( volutamente surreale e inverosimile, un pò alla Frank Capra, dati i suoi metodi ben poco pratici e persuasivi) non aiuta a renderlo credibile o particolarmente gradevole agli occhi dello spettatore, alla fine è proprio lui a sbrogliare la matassa , portando il susseguirsi degli eventi a  un epilogo lieto, come se lo script volesse dare una rivincita finale all'immagine dell'uomo, prima di allora messo in cattiva luce o in disparte,dimostrando che è necessario alla donna proprio come lei è necessaria a lui, e mettendo in risalto quanto, nonostante dissapori e schermaglie, i due generi si completino a vicenda, avendo bisogno l'uno dell'altro per vivere come l'essere umano ha bisogno dell'ossigeno per respirare : vista da quest'ottica potrei dire che ci troviamo davanti, oltre che a una commedia pienamente compiuta, a una bella, inconsueta e singolare storia d'amore, nonché a una ficcante ( e raramente superata) rappresentazione dell'eterna battaglia tra i due sessi!
 
 
Voto: 8 
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