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Limitless

Regia di Neil Burger vedi scheda film

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La recensione su Limitless

di Stuntman Miglio
6 stelle

"Una pillola al giorno e non avevo limiti". Quella di Eddie Morra è la storia di un drogato. Sui generis, certamente, ma comunque un tossicodipendente. Scrittore squattrinato in cerca d'ispirazione, s'imbatte in un ex-cognato pusher che, prima di essere tolto di mezzo da non si sa bene chi, lo inizia alle gioie del farmaco sperimentale NZT. Quest'ultimo, una sorta di stimolatore neurale, lo mette nella condizione temporanea di poter sfruttare appieno il potenziale del proprio cervello portandolo allo status inebriante di genio assoluto. Una figata se non fosse per gli effetti collaterali del prodotto chimico e per una stretta cerchia di personaggi misteriosi alla disperata ricerca di una dose che solo Eddie sembra avere. Della serie: quando Strange days incontra Wall Street, il film dell' "illusionista" Neil Burger è, a suo modo, uno spaccato di società moderna neanche troppo avveniristico nonostante le pretese sci-fi. A pensarci bene, quella descritta in "Limitless" è la vicenda di uno sfigato come tanti che fa il salto (chimico) di qualità e diventa uno stronzo come pochi. Brillante ed infallibile ma pur sempre uno stronzo con la spocchia che prima mette a soqquadro il mondo della finanza per arricchirsi e poi entra in politica per arrivare alla Presidenza. Irritante se non fosse così reale e plausibile, anche senza aiutini allucinogeni. Se il quarto lavoro del regista americano si fosse fermato a questa semplice, cinica ed egoistica epopea, avrebbe evitato d'impantanarsi in inutili e farraginosi risvolti gialli che perlopiù rimangono pure insoluti mettendo in evidenza alcune vistose voragini di sceneggiatura. Uno spreco perché di materiale interessante ce n'era già d'avanzo ed il Cooper della seconda parte convince senza fatica oscurando interpreti di gran livello come De Niro o Abbie Cornish qui ridotti a ruoli di semplici comprimari in balia di un'incontenibile faccia da schiaffi. Il ritmo è discreto, montaggio e fotografia sono di lusso e Burger si lascia pure andare a velocissimi affondi di macchina fra le strade di una caotica New York in cui tutto può succedere. Anche lasciarsi travolgere da una "botta" colossale sulle note di "Howlin' for you" dei Black Keys e non pagarne alcuna conseguenza.

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