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Sotto il vestito niente. L'ultima sfilata

Regia di Carlo Vanzina vedi scheda film

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La recensione su Sotto il vestito niente. L'ultima sfilata

di mm40
2 stelle

“In una cinematografia seria come quella americana, saremmo venerati come Spielberg”. Parole che campeggiano sulla pagina Wikipedia di Carlo Vanzina, uomo notoriamente modesto, che solo per umile ritrosia dimentica di autodefinirsi re della comicità scatologica e imperatore del rutto libero. Caso raro nella filmografia dei fratellacci, gli immeritati figli di Steno, questo Sotto il vestito niente – L’ultima sfilata non affonda però nella volgarità gratuita e nell’universo rivoltante del burinismo italiota contemporaneo; si limita a rimestare nel torbido passato dei Vanzina per rimaneggiare un modesto successo di un quarto di secolo fa, in linea con una serie di ripescaggi che procede imperterrita da una decina d’anni (remake o reprise, ritorni di personaggi come il terrunciello Abatantuono in 2061 o Er Monnezza, oppure Mandrakate e collage di Barzellette che riportano sul grande schermo la commedia italiana di trenta-quarant’anni or sono). Chiaramente – lo capisce anche il labrador di Spielberg – non c’era nessun bisogno di questo film: se ai tempi del primo Sotto il vestito niente il botteghino fu modestamente favorevole poiché erano ancora fresche le memorie dell’Omicidio a luci rosse di De Palma, nel 2011 a nessuno può interessare l’ennesimo thrilleretto sulla moda (ma gli anni ’80 sono morti e sepolti! Ora, se possibile, stiamo persino peggio) con fotomodelle mozzafiato, stilisti disposti a tutto pur di affondare i rivali, e il classico sbirro onesto e scaltro che tutto risolve magistralmente rintracciando nel più scontato degli indiziati il colpevole del delitto da cui la storia ha inizio. Il box office, grazie al cielo, ha dato ragione al Cinema decretando il fallimento di questo lavoruccio scritto dai Vanzina con Franco Ferrini: medesimo team del primo capitolo, seppure le trame dei due film fondamentalmente non abbiano alcun punto di contatto fra loro. Il cast è invece opportunamente rivoluzionato e, a confermare la disastrosa direzione degli attori che è uno dei punti forti del cinema dei Vanzina, ecco due semiesordienti allo sbaraglio, Francesco Montanari e Vanessa Hessler, giocarsi in questo film qualsiasi opportunità di futura credibilità come interpreti. La storia è banale al punto giusto, basti un esempio: lo ‘sbirro’ Malerba si presenta in casa di un’indagata mostrando lo scudetto dorato, quel distintivo-patacca tipico dei film hollywoodiani: e siamo in Italia nel 2011. Ma non ditelo ai Vanzina: i geni vivono nel loro mondo, non disturbateli. 1/10.

Sulla trama

La morte in un incidente stradale di una modella all’apice del successo scatena una serie di dubbi nell’ispettore Malerba: l’uomo è infatti convinto che si tratti di omicidio. Intanto le rivalità fra modelle e stilisti causano nuovi attriti e spuntano altri cadaveri…

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