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Il primo uomo

Regia di Gianni Amelio vedi scheda film

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La recensione su Il primo uomo

di mm40
6 stelle

Il dramma dell'Algeria, visto attraverso le pagine di Camus da cui Amelio prende spunto per la sceneggiatura di questo film, è sostanzialmente il dramma di tutte le terre contese: attuale quanto mai, questo lavoro racconta l'emergere di una conflittualità tutta interiore, sia nel territorio algerino (ma potrebbe essere Israele, potrebbe essere l'ex-Jugoslavia e via dicendo) che nel personaggio di Jacques, troppo francese per potersi confrontare con gli algerini e troppo algerino per potersi sentire distaccato, lontano dalla crisi che lo circonda. Di sicuro Il primo uomo è tutt'altro che un film facile e ancora meno lo è per il momento storico in cui esce, nel quale sono ben altre le tematiche più urgenti, mentre quelle trattate nell'opera rimangono sempre vive sì, ma fuoco sotto la cenere, tenute oramai in secondo piano rispetto a quelle più scottanti (la crisi economica, l'immigrazione, il terrorismo etc.). A ben vedere comunque gli argomenti appena citati sono compresi ne Il primo uomo e fanno parte di un quadro umano seriamente compromesso che avrà strascichi di non poco conto anche per i decenni successivi agli anni Cinquanta in cui la storia è ambientata. Un film cupo, nella fotografia di Yves Cape, e che ci mette di fronte alla realtà in modo drastico, diretto; forse la sua pecca essenziale è proprio in questa apparente mancanza di contemporaneità che lo rende qualche cosa di già visto, già discusso. Coproduzione italo-francese-algerina che sfrutta un cast di madrelingua francese ma senza superstar; unico volto italiano è quello di Maya Sansa. 6/10.

Sulla trama

Anni '50. Lo scrittore di mezza età Jacques, francese nato e cresciuto in Algeria, fa ritorno nella terra della sua infanzia. La trova decisamente cambiata, misera e arrabbiata.

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