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Il primo uomo

Regia di Gianni Amelio vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Il primo uomo

di alan smithee
10 stelle

Un nuovo film in uscita di Gianni Amelio e' sempre un avvenimento importante, certi come siamo (e anche stavolta non ci sbagliamo) che staremo per assistere ad un'opera d'arte di rara compostezza, perfezione e sensibilita'.
Tratto come sappiamo dall'ultimo romanzo di Camus, incompiuto a causa della sua morte prematura e tragicamente inaspettata, il film ha subito diverse traversie produttive e una gestazione complessa che ne ha ritardato a lungo la realizzazione; una volta terminato, il film e' stato rimbalzato da un festival all'altro (ne' Venezia, ne' Roma ne' Cannes se lo sono filati) con motivazioni poco chiare o plausibili, e che solo la compostezza, l'intelligenza e la serenita' straordinaria del suo autore hanno evitato che tutto cio' sfociasse in polemiche inutili e poco eleganti, che nulla sarebbero giovate ad un'opera cosi' riuscita.
Il ritorno nella terra algerina natia da parte di un celebre scrittore alla fine degli anni '50 e' l'occasione per costui di rivivere i momenti salienti della sua giovinezza, un periodo difficile vissuto in una dignitosa poverta' in una casa con una madre dolce e remissiva, uno zio di animo semplice, ed una nonna autoritaria, temutissima ma onesta che lo cresce con una disciplina che non ammette remissioni ma gli garantisce pure la volonta' di costruirsi un futuro, grazie anche ad un illuminato maestro che riesce a persuadere l'anziana signora a farlo proseguire negli studi. Un ritorno in patria segnato dai dissidi della protesta per l'indipendenza dalla Francia, che causa sempre piu' sangue sotto forma di attentati spietati ed indiscriminati. Ma quando anche lo scrittore verra' trattato come un francese traditore, pur essendo nato in Algeria, seppur figlio di coloni francesi emigrati in cerca di fortuna, orfano di padre dalla nascita e fattosi da solo, quando neppure gli studenti della sua stessa universita' sapranno trovare parole di riconoscenza per questo suo ritorno alle origini per contribuire a favorire una tolleranza tra le due fazioni in lotta, allo scrittore non restera' che trovare rifugio nella memoria, nei suoi ricordi di un'infanzia difficile ma meravigliosa proprio perche' vissuta con gli occhi dello stupore del bambino intelligente che fu. "Ogni bambino e' il germoglio dell'uomo che sara' ", si dira' infatti piu' avanti, nel corso di una pellicola colma di scene magistrali girate con una cinepresa che punta dritta e sapiente a cogliere il candore, la disperazione, la durezza dei volti dei protagonisti di una vicenda prima di tutto umana e intima, ma anche nel contempo diretta a testimoniare l'insanabile conflitto che dilania e divide due civilta' cosi' eterogenee che una prepotenza tutta umana e l'avidita' di sempre nuovi territori da sfruttare hanno condotto popoli cosi' differenti a condividere il medesimo vasto ed assolato paese in nome di un colonialismo che ha generato solo conflitti e vittime innocenti.

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