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L'industriale

Regia di Giuliano Montaldo vedi scheda film

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La recensione su L'industriale

di mm40
5 stelle

La ditta di famiglia versa in gravi condizioni economiche; Nicola Ranieri cerca l'appoggio di banche e investitori stranieri, ma invano. Nel frattempo la moglie lo trascura: Nicola decide così di pedinarla. Sarà l'inizio della catastrofe.

Muovere guerra al mondo per rifarsi, nei fatti concreti, solamente sui più deboli: in questa morale, contenuta in una delle battute conclusive del film, c'è non solo lo spirito della parabola discendente - verso l'assoluta tragedia - del protagonista, ma c'è allo stesso modo una spietata analisi della situazione economica-lavorativa-finanziaria dell'Italia dei primi anni del ventunesimo secolo, quella delle banche truffaldine, del pesce grande che mangia pesce piccolo, degli investimenti incauti e degli imprenditori suicidi. Sia detto per inciso, non è poi così scontato attendersi tanto da un autore ottuagenario come Montaldo, che già parecchie soddisfazioni si è tolto nel cinema e che da parecchio tempo non vi si dedica con l'assiduità del passato. Eppure la sceneggiatura da lui firmata insieme ad Andrea Purgatori (da un soggetto scritto dal regista insieme alla moglie Vera Pescarolo) è un lucido e crudele sguardo su una realtà angosciante e stritolante come quella degli industriali di piccola o media levatura nell'Italia del 2011 e, pur rimanendo fortemente ancorato alle sue radici di fiction, il film lascia comunque trasparire parecchie gravi problematiche contemporanee, non ultima ovviamente quella dell'immigrazione e della scarsa tolleranza a essa da parte di una consistente fetta degli italiani. Per tutte queste ragioni si può dire giusta la scelta di fotografare il film (Arnaldo Catinari) in un bianco e nero dai riflessi violacei, un'assenza non totale di colore, ma che lascia perennemente prevalere il grigio su tutto il resto. Pierfrancesco Favino e Carolina Crescentini sono i due volti al centro del cast: forse non azzeccatissimi, ma professionali entrambi quanto basta per portare avanti il lavoro in maniera decorosa; si segnala inoltre in un ruolo minore la presenza del critico cinematografico Steve Della Casa. 5,5/10.

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