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L'industriale

Regia di Giuliano Montaldo vedi scheda film

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La recensione su L'industriale

di FilmTv Rivista
6 stelle

Il nuovo film di Giuliano Montaldo si presenta come un’opera motivata e robusta nonostante alcune perdonabili debolezze (l’incipit, per esempio, nel quale si delineano sbrigativamente le origini della crisi finanziaria, e un certo passo un po’ troppo televisivo). Retto dalla livida fotografia monocromatica di Arnaldo Catinari, ci riporta alla fertile stagione del cinema italiano, quando la sala era la piazza dove il mondo veniva intercettato in forma di racconto. Nella vicenda dell’industriale che vuole a tutti i costi salvare il “gioiellino” di famiglia, Montaldo intreccia tutte le ambiguità di una classe sociale e politica che s’interfaccia con una finanza completamente staccata dalla realtà e retta solo dal proprio tornaconto immediato. Il regista osserva con grande precisione il mondo stringersi progressivamente intorno all’industriale assediato, una specie di regolamento di conti mafiosi fatto a colpi di estratti conto, cogliendo nel lusso e nella ricchezza una sorta di sardonico testimone del conto alla rovescia che rischia di strozzare l’uomo. Montaldo, però, a differenza della Sinistra attuale, non si fa molte speranze sulle possibilità reali che il “buon capitalismo” e la “buona impresa” ci possano salvare (nonostante un gustoso omaggio all’arte di arrangiarsi nazionale). A fare sacrifici e a sacrificarsi sono sempre i… sacrificabili. L’unica legge immutabile del mercato. Il vuoto lancinante che l’opera lascia nello spettatore è un antidoto forte e necessario all’ingenuità di certe pellicole che continuano a credere alla speranza e al riscatto senza mai prendere in considerazione le strategie dell’economia reale e, soprattutto, l’omertà di classe. E, rispetto a questi film, Montaldo possiede l’onestà di conferire volto e nome alle vittime. Che in sé è già una posizione politica molto chiara. L’industriale, dunque, è la tragedia senza catarsi di un “incolpevole” che scopre con attonito orrore di essere ciò che è sempre stato. Una constatazione agghiacciante che riflette uno stato delle cose davvero spaventoso. E non è un caso che i colori siano assenti dal mondo evocato dal regista. L’industriale è il vero film dostojevskiano di Giuliano Montaldo, cineasta dallo sguardo lucido anche nel cuore della tempesta.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 2 del 2012

Autore: Giona A. Nazzaro

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