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Drive Angry 3D

Regia di Patrick Lussier vedi scheda film

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La recensione su Drive Angry 3D

di supadany
5 stelle

L’accoppiata costituita da Patrick Lussier (regista) e Nicolas Cage (interprete principale) faceva temere il peggio ed invece questo lavoretto ha un suo perché, che si ritrova soprattutto in un clima scanzonato e ultra tamarro, peccato solo che gli basti un attimo per perdersi completamente e non ritrovare più la retta via che nella prima parte dello svolgimento sembrava anche piuttosto consolidata.

Milton (Nicolas Cage) è fuggito dall’inferno ed ha tre giorni di tempo per salvare la nipotina dalle grinfie di una setta satanica.

Nel suo viaggio viene aiutato dalla bella Piper (Amber Heard), mentre dall’aldilà sulle sue tracce c’è un losco figuro (William Fichtner) che si presenta a tutti col soprannome de “Il contabile”.

Trama spiccia e per nulla approfondita (che tra l’altro ricorda parecchio “Ghost rider” sempre con Cage però in sella su una moto e non al volante di un auto), ad esempio la figura del contabile non è argomentata quasi per niente, anche se Fichtner se la cava egregiamente in un ruolo fuori dal coro e soprattutto propria di un certo folklore, però tra efferatezze gratuite, situazioni “non-sense”, che danno luogo ad un umorismo grasso e funzionale, e qualche bellezza discinta (più la Heard che discinta non lo è, ahinoi, ma bellissima sì) può tranquillamente figurare come un b-movie realizzato con tutti i crismi del caso.

Questo almeno per la prima parte abbondante, poi nel finale si risolve tutto tra sparatorie eccessive (per dirla tutta ce ne sono un paio anche prima che sono fin troppo sopra le righe) ed effettacci visivi tremendi (anche questo caso in precedenza addirittura si verificano un paio di ralenty come se ci trovassimo immersi in un videogame), che sono sintomo di un’operazione di secondo piano che a conti fatti va comunque ben al di là delle premesse (di per se poco invitanti).

Per il resto anche nella versione casalinga in 2D si vede come il film sia nato per sfruttare l’effetto tridimensionale, il che tende a rendere ancora più eccessive le trucide mattanze, con oggetti che volano e  sangue che schizza.

Insomma fino a quando non si prende per nulla, o quasi, sul serio è un film quasi sorprendente, purtroppo questo non riesce a ripetersi fino in fondo ed allora ecco che escono a caratteri cubitali difetti fin troppo evidenti anche per chi fino a quel punto aveva trovato di che divertirsi.

Peccato, perché a quel punto il più sembrava ormai fatto e bastava davvero poco per uscirne (almeno in parte) vincitori, con tutti i limiti di prodotti come questo che nascono e vivono sotto una luce diversa e che quindi richiedono di accettare scelte inverosimili e stare al gioco senza farsi troppe paranoie.

Altalenante e tamarro (questo dall’inizio alla fine).

 

Patrick Lussier

Per lunga parte compie un lavoro tanto tamarro quanto egregio, ma quando si lascia andare troppo finisce col naufragare velocemente.

In ogni caso meglio del previsto (in passato ne ha fatte di cotte e di crude), ma non riesco a salvarlo a cuor leggero.

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