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The Iron Lady

Regia di Phyllida Lloyd vedi scheda film

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La recensione su The Iron Lady

di GIANNISV66
2 stelle

Ritratto edulcorato di uno dei personaggi chiave della storia del XX secolo, vengono tralasciati o appena accennati i numerosi lati oscuri che circondarono la carriera politica di Margaret Tatcher a favore di un ritratto agiografico a tratti sconcertante.

Una distinta ed anziana signora inglese fa colazione, rammenta il marito deceduto, riceve le premure della figlia preoccupata per la salute mentale della mamma; troppi ricordi affollano la mente della elegante ed altolocata signora, ricordi che prevaricando il presente rischiano di farle perdere la ragione.

Il tutto sarebbe pure commovente senonché la Signora in questione è stata una delle figure di spicco della politica internazionale degli anni '80, forse la figura di spicco per eccellenza, ancora più di Reagan, di Gorbaciov, di Giovanni Paolo II e di Lech Walesa. La Signora inoltre è stata una delle figure chiave di quell'insieme di dottrine che viene definito neoliberismo e che è la causa principale della crisi economica che sta devastando da una decina anni la scena internazionale e le cui conseguenze le stiamo pagando tutti (mettendo nel termine”tutti” le persone che campano del loro lavoro e cercano di tirare avanti la barca finché reggono, non certo gli speculatori che sulla crisi stanno guadagnando).

Margaret Tatcher, ecco il personaggio di cui si parla, la signora la notizia della cui morte provocò non solo cordoglio ma anche le reazioni stizzite di chi, avendola profondamente detestata in vita, non riusciva ad essere abbastanza ipocrita da avere parole di costernazione.

Reazioni sconfinate nel sarcasmo più duro: "Privatizziamo il suo funerale, facciamo un'asta e accettiamo l'offerta più economica. E' quello che avrebbe voluto"  (Ken Loach).

Parlare di The Iron Lady è difficilissimo! Difficile restare obiettivi su un film che affronta un aspetto della storia così recente, che tratta avvenimenti che molti di noi hanno vissuto in presa diretta.

Ma sarebbe stato comunque interessante visionare una pellicola che avesse come scopo la ricostruzione della carriera politica di uno dei personaggi simbolo del XX secolo, sapendone evidenziare non solo i lati negativi ma anche le qualità (e una donna che scala il potere in un mondo conservatore e maschilista come quello della politica britannica, di qualità indubbiamente ne aveva).

Insomma realizzare un film su Margaret Tatcher era un'impresa non da poco, richiedeva non solo capacità di narrazione ma anche una onestà intellettuale degna del miglior storico.

E sotto tale profilo questa pellicola è un fallimento totale.

Phyllida Lloyd, reduce dal successo di Mamma Mia (gradevole commediola basata sulle nostalgiche note degli ABBA) si va a impelagare in una situazione che avrebbe fatto tremare i polsi a registi ben più esperti e di fronte alla quale naufraga miseramente.

The Iron Lady è un film mediocre, i fatti storici si accavallano in una massa indistinguibile. E se qua a là fa capolino qualche nota critica all'operato della Lady, l'impressione che ne deriva è che sia stata messa apposta per evitare accuse di faziosità.

Ma soprattutto è un film fasullo, che si regge in piedi solo grazie alle capacità recitative di Meryl Streep, bravissima come sempre.

Fasullo perché la Signora Tatcher potrà anche risultare simpatica (per carità, siamo fortunatamente in regime di libero pensiero), e alla regista evidentemente è molto simpatica, ma i fatti oggettivi ci raccontano una storia ben diversa: le botte ai minatori, la battaglia di Orgreave, lo smantellamento dei diritti sindacali (cosa che tra l'altro sta continuando e sta avvenendo pure da queste parti, perdonate la parentesi politica), i prigionieri politici lasciati morire di fame, la guerra delle Falkland vinta anche grazie alle informazioni passate dal Generale Pinochet (quello che massacrava i suoi oppositori dentro gli stadi, giusto per ricordarlo).

E - ultima perla - l'African National Congress e il suo leader Nelson Mandela definiti, rispettivamente, una organizzazione terroristica e un terrorista; e proprio da quella deliziosa vecchina che dovrebbe ispirarci tenerezza e simpatia.

Ci voleva davvero una grande onestà intellettuale per affrontare la realizzazione di una pellicola di questo tipo, invece la preoccupazione della regista sembra quella di voler dipingere un quadro edulcorato: la Tatcher eroina femminista che seppe imporsi in un ambito (quello del potere politico) che pareva fino ad allora appannaggio solo degli uomini. 

La verità storica ci impone di riconoscere che la Lady di ferro fu sicuramente una donna fuori dal comune, ma la stessa verità ci dice anche ben altro, come abbiamo scritto sopra.

Questo film, nella sua sostanza, come detto sopra, è fasullo, e il voto è di conseguenza.

E non sarebbe onesto alzarlo per l'ottima intepretazione della Streep, ci sono contesti in cui il valore politico di un'opera riesce a farsi più pressante della valutazione tecnica.

E in questo caso, purtroppo, il valore è fortemente negativo!

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