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Missili in giardino

Regia di Leo McCarey vedi scheda film

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La recensione su Missili in giardino

di luisasalvi
2 stelle

Ne abbiamo visto circa due terzi, poi abbiamo smesso, per non morire di noia. Una trita farsa sulla buona borghesia americana, con la moglie occupata in innumerevoli comitati su ogni possibile argomento mentre il marito ne cerca invano la compagnia, o viceversa sulla moglie smaniosa il cui marito lavora troppo: così Harry (Newman) è corteggiato dalla vicina Angela fino a provocare ingiustificati sospetti e ire della moglie Grace, peraltro sempre occupata in comitati e proteste, fra cui occasionalmente saltano fuori anche quelli contro un insediamento di militari in una zona che un precedente comitato intendeva far requisire per scopi sociali. Pur nel tedio imposto allo spettatore risulta evidente che il film vuole provocarne simpatia verso il povero Harry contro le manie di comitati della moglie; per cui, quando la moglie manda Harry in missione ufficiale per dissuadere l'esercito dall'insediarsi nella loro zona, condividiamo l'indifferenza di Harry che finisce per dichiararsi favorevole all'esercito e offrire i suoi servigi per l'impresa e per la conciliazione con la popolazione, tanto più che un generale aperto critica aspramente i modi farseschi del capitano che dovrebbe dirigere tale insediamento. Intanto Grace arriva inaspettata e trova in camera del marito la vicina Angela che sta tentando invano di sedurlo: non sappiamo qual'è la padella e quale la brace, ma è chiaro che Harry finirà per ripiombare nelle braccia (saltuarie e distratte) della moglie, come si conviene alla morale e al fine cosidetto lieto dell'epoca; per lo stesso fine lieto è evidente che il capitano stupido farà una brutta fine e che la questione dell'esercito si risolverà con qualche compromesso che salva ovviamente l'onore della bandiera (del titolo originale, bonariamente scherzoso forse, ma certamente non critico come sembrano intendere i nostri sedicenti critici: Rally around the Flag, Boys!). A questo punto abbiamo desistito dal continuare: alla noia si aggiungeva la pena per il povero Newman costretto a far di tutto per divertire un pubblico di mentecatti con una farsa stucchevole.

Eppure lo danno come un film impegnato antimilitarista e molto divertente, fra i migliori del regista (e questo potrei crederlo… fatto salvo L'orribile verità, che ci era piaciuto); anche se Di Giammatteo avverte in una parentesi che sarebbe "non esente, per qualche critico, da intenti propagandistici"; manco male, dopo L'amore più grande in cui una madre esemplare denuncia per amor di patria il figlio sospetto di comunismo, proprio come gli zeloti o i fondamentalisti di ogni ideologia.

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