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Almanya - La mia famiglia va in Germania

Regia di Yasemin Samdereli vedi scheda film

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La recensione su Almanya - La mia famiglia va in Germania

di lorenzodg
4 stelle

Almanya. La mia famiglia va in Germania” (Almanya. WillKommen in Deutschland, 2011) è un film di Yasemin Samdereli, regista tedesca (ma famiglia di origine dell’Anatolia).
La pellicola, autobiografica, si concede poco per non piacere e ingrana la facile corsia di un itinerario ironico-lacrimoso comodo (e non certo da biasimare) per un cine-tv da (in)digestione pomeridiana. Una storia che si apre e ritorna ad un percorso ovvio e di immediata lettura: nulla succede di epico e di niente (oltre) lo spettatore riesce ad immaginarsi. Tutto scontato e stantio. Certo si sorride ma senza esagerare, certo si riflette ma con una pochezza a dir poco disdicevole alla umana comprensione. Inquadrature convenzionali e storia in coinvolgente (o quasi): il finale poco ridente sa di inganno e abbocco per chi vuole uscire dalla sala con un certo gusto amaro e qualche lacrima interiore (giusto per una degna storia da raccontare ai nipotini).
Una famiglia dell’Anatolia che parte e arriva nel 1964 in Germania dove trova lavoro, sudore e un po’ di vita. La vittoria di avere un passaporto, il ricordo del paese natio, i mondi diversi. Il racconto si snoda sui vari partecipanti del gruppo e i loro sguardi vorrebbero ammaliare il pubblico per una partecipazione sincera. Ma qui l’emigrazione dolce e la presa in giro di se stessi e dei tedeschi non fa centro (in alcuni casi le battute fanno cilecca). Forse chi parla non è di bocca buona ma poco si è (sor)riso e poco (dopo) ci si commuove.

Solo gli occhi dei bambini salva (in parte) la pellicola: dignitosa nell’intenzione ma alla fine sfilacciata e assolutamente amena e vuota (nell’evolversi degli eventi). E anche i titoli di coda (con correzioni e aggiunte…tipo fuori onda) danno il senso di qualcosa di troppo costruito e poco gustoso. Falsità e ironia che alla fine infastidiscono il tutto. Una gradevolezza piaciona (e furba) annoiante!
Messa in scena e ambienti anche giusti ma sfruttati male. Le immagini in bianco e nero (d’epoca) e la chiusura con la Cancelliera Merkel aggiungono poco o niente. Documentarismo con voce off semplicistico e poco apprezzabile. De Seta (da pochi giorni scomparso) non avrebbe gradito. L’asciuttezza e la dignità sono fuori onda….
Applausino finale al nipotino per la prova (più che per la scena ovvia e scontata..).
Voto: 5-.

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