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Tirannosauro

Regia di Paddy Considine vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Tirannosauro

di alan smithee
8 stelle

Bellissimo film dell’attore Paddy Considine, interprete piuttosto noto di un cinema verita’ tra Irlanda e Regno Unito sotto la direzione di nomi celebri come Sheridan, Meadows e Winterbottom, generalmente molto efficace e intenso. La sua opera prima, accolta molto positivamente in vari festival di tutto il mondo e premiata per i due straordinari protagonisti all'ultimo Sundance (un Peter Mullan, anch'egli attore/regista, che qui conferma la sua notevole verve recitativa, il suo carisma tutto nervi e ira mal contenuta; e una vera sorpresa, Olivia Colman, fino ad ora sconosciuta - almeno da me, anche se appare nel cast di The Iron Lady che ho visto ma in cui non la rcordo - straordinaria nella sua dolente drammatica parte di moglie malmenata e oppressa da una marito folle – il solito bravo ed inquietante Eddie Marsan di mille altri film inglesi, ormai abbonato ai ruoli scomodi e sgradevoli), e’ la storia di due solitudini che si attirano pian piano a se’, nonostante la vita riservi loro un destino che tende a mantenerli distanti anche quando ognuno di loro ha capito che la soluzione per un residuo di vita serena si puo’ trovare solo vivendo assieme.
Joseph e’ un vedovo dal pessimo carattere, dall’indole violenta e poco propenso a contenere gli scatti d’ira che lo colgono, spesso all’improvviso, magari dopo una bevuta di troppo al pub. Il tirannosauro del titolo e’ il nomignolo scherzoso che l’uomo attribuiva alla grossa moglie, malata di diabete e molto sovrappeso, che riusciva a far vibrare la casa ad ogni suo passo, creando cerchi nella tazza del te che l’uomo si sorseggiava sul portico di casa, un po’ come faceva il dinosauro minaccioso nella celebre scena di Jurassic Park. Un giorno L'uomo, in fuga dall’ennesima bravata seguita all’ennesimo scatto incontenibile, trova rifugio nel negozio di oggettistivìca usata gestito dalla dolce Hannah, donna di mezza eta’ timorata di Dio, dal buon carattere ed ottimista, che lo accoglie con gentilezza e religioso spirito di collaborazione. Il rapporto tra i due non nasce apparentemente sotto una buona stella, e presto anche nella vita della donna vengono a galla problematiche ugualmente drammatiche, rappresentate dalla figura di un marito violento e psicopatico che la umilia e sottomette in modo sempre piu’ evidente, gratuito e crudele.
Due vite destinate ad unirsi per affrontare assieme quanto resta da vivere, dopo decenni di vita grigia rasserenata da un lato da una fede solida e positiva, dall’altro da una bonta’ di fondo che riesce ogni tanto ad annientare quell’odio istintivo che porta il sangue alla testa e fa compiere azioni spesso sconsiderate, come l’uccisione dell’amato cane innocente; due vite che la vita si ostina a separare, perche’ il destino non e’ quasi mai una favola a lieto fine. Un film bellissimo e toccante, crudo e di un realismo sconcertante, che ti cattura con la sua tragica odissea in cui il regista prova e riesce in modo esemplare a dimostrarci che nella vita spesso bonta' e cattiveria sono facce appartenenti ad una medesima persona, e che sono le circostanze e l'ambiente che ci gira attorno che spesso determinano le sorti delle nostre brevi esistenze. Una guerra che Joseph ed Hannah stanno combattendo strenuamente da anni, per vincere la solitudine che si sono creati attorno e arrivare finalmente a vivere quanto rimane loro assieme, forti dei loro drammi, del loro drammatico percorso sempre in salita, sempre a lottare, tutti i santi giorni. 


 

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