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Super 8

Regia di J.J. Abrams vedi scheda film

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La recensione su Super 8

di munnyedwards
6 stelle

 

Con un certo tipo di cinema ci sono cresciuto e di conseguenza il mio percorso di appassionato non può prescindere dalla poetica di un autore come Steven Spielberg, quell’immaginario fantastico fa ormai parte del mio dna e pur consapevole che oggi quella “magia” è quasi scomparsa (dispersa chissà dove), non ci sono dubbi che alcune di quelle opere resteranno per me capisaldi fondamentali.

Tre titoli su tutti: Lo squalo, E.T. e Incontri ravvicinati del terzo tipo, a cui mi sento di aggiungere altri due pezzi da novanta come I Goonies di Richard Donner (prodotto comunque da Spielberg) e Stand By Me di Rob Reiner (tratto da un racconto di King).

Dopo questa premessa è evidente che un film come Super 8 abbia su di me un effetto particolare, un effetto amarcord/nostalgia/macchina del tempo, il lavoro di J.J. Abrams rappresenta a tutti gli effetti un ritorno al passato, una richiamo voluto a influenze narrative e visive che mi riportano indietro di almeno trent’anni.

Chiaramente fa tutto parte del gioco, niente è lasciato al caso e il creatore del fenomeno televisivo Lost ha girato esattamente il film che aveva in mente di girare, ossia un palese e spudorato omaggio al cinema fantastico di Steven Spielberg.

Ora bisogna capire se l’obiettivo è stato raggiunto oppure no, anzi bisogna capire qual’era il vero obiettivo di Abrams, perché se l’intento era solo quello di omaggiare il vecchio maestro allora il risultato si può dire più che discreto, se invece era anche quello di lasciare un’impronta più profonda e personale, ossia di attualizzare i canoni del genere dandogli magari nuovo vigore allora le cose non sono andate granché.

 

Gabriel Basso, Ryan Lee, Joel Courtney, Riley Griffiths

Super 8 (2011): Gabriel Basso, Ryan Lee, Joel Courtney, Riley Griffiths

 

Elle Fanning

Super 8 (2011): Elle Fanning

 

Detto molto chiaramente Super 8 non è l’E.T. delle nuove generazioni, non solo perché Abrams non è Spileberg (e questo, nonostante l’abile opera di ricalco, si vede chiaramente) ma soprattutto perché i tempi sono cambiati e i bambini di un tempo non sono i bambini di oggi; che di certo troveranno nuovi film sui quali formare il loro immaginario e non si faranno “prendere” da un opera concettualmente, visivamente e narrativamente datata.

E intendiamoci da vecchio appassionato di quel cinema questo non dispiace affatto, vedere Super 8 è stato come fare un viaggio nel tempo, in un paio di sequenze mi sono persino commosso, perché per un attimo la magia si è ricreata e io sono tornato il bambino che piangeva per E.T. o che sognava avventure incredibili con i Goonies cercando il tesoro di Willy l’orbo.

E questo merito lo riconosco ad Abrams, che nel gioco delle citazioni o per meglio dire del copia-incolla ha fatto davvero un buon lavoro, la macchina da presa si muove nel giusto modo, il film ha un ritmo perfetto e gran parte del cast di giovani attori è veramente azzeccata, in particolare i due protagonisti Joel Courtney e Elle Fanning sono veramente molto (molto) bravi.

Super 8 è uno sci-fi classico che rispetta tutte le regole, la storia è semplice e lineare ma ci concede due ore di puro divertimento, avventure ed emozioni non mancano seguendo questo gruppetto di ragazzini alle prese con un filmino sugli zombi (ovviamente citato anche Romero) e con un mostro alieno che vuole solo tornare a casa.

Super 8 alla fine è una bella favola, un bel film se lo prendiamo nel giusto modo, Abrams conferma di avere talento ma finora in ambito cinematografico non ha ancora dato la vera zampata vincente, lo vorrei vedere all’opera su un progetto veramente personale e originale, sfruttare “marchi” fortunati come Star Trek e Star Wars ci può anche stare ma credo sia giunto il momento per un progetto di maggior spessore, altrimenti mi viene da pensare che sia solo un gran furbone, con delle buone capacità tecniche ma con poco spessore artistico.

Voto: 7

 

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