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Cowboys & Aliens

Regia di Jon Favreau vedi scheda film

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Enrique

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La recensione su Cowboys & Aliens

di Enrique
4 stelle

Un film alquanto noioso Cowboys & Aliens: un po’ meno Cowboys, “Cowgirls” & Aliens (attesa la bella presenza di Olivia Wilde: complimentoni alla mamma: Paul Hackett).

Ma tolta la presenza femminile cosa rimane?

Partiamo dalla scena d’apertura: violenta, ma (anzi, ergo) intrigante; promette bene. Dopodiché, però, si susseguono - una dopo l’altra e alternate a cadenza regolare - tante (troppe) stranezze ed ovvietà che svuotano progressivamente di suspence il film. Un film che, sulla carta, appariva costruito, invece, su una promettente idea di partenza (la fusione dell’epica western - qui rappresentato in tutti i suoi stereotipi - con il più classico dei fanta-horror d’altri tempi). Tuttavia il risultato, per essere un film d’azione, è decisamente sproporzionato. In due ore di durata succede davvero poco e quel poco è uuuultra-convenzionale. Diciamo che nelle mani di un regista più fantasioso ed anticonformista, il soggetto di "Cowboys & Aliens" avrebbe potuto anche fare faville. In quelle di Jon Favreau, invece, il progetto assume inevitabilmente le sembianze del giocattolone mainstream (Stuntman Miglio).

Eppure, stando solo alle “forze in campo” (H. Ford; D. Craig; K. Carradine; S. Rockwell; P. Dano; C. Brown e, dulcis in fundo, proprio O. Wilde), Cowboys & Aliens avrebbe potuto rivelarsi un capolavoro (Paul Hackett). Ma la verità è che Ford (legnoso e monocorde con l’età: will kane) oramai (purtroppo) è cotto (tabaras-alan smithee); S.Rockewll, (proprio perché N.d.R.) per una volta non interpreta la parte di uno spostato (M Valdemar), non ha alcun motivo di partecipazione al film e D.Craig - nel suo tentare di emanare la solita aura misteriosa da eroe maledetto (senza passato e con un futuro che è tutta un’incognita) - pare buono solo a fare le prove generali per il ruolo da agente segreto di sua Maestà (ruolo che ha chiaramente nelle corde, nonostante il futuro 007 goda - lui sì - di quel po’ di autoironia che non gusta mai).

D’altronde - ci insegna la buona vecchia saggezza popolare da Grindhouse (Tararntino docet) - se il film avesse avuto un messaggio sarebbe stata una tragedia, ma poiché è nato solo per distrarre e non annoiare, pare eccessivo mostrare lo scalpo degli autori in pubblica piazza (ico).

Ma pure il finale è misero misero…

Insomma, l’intrattenimento c’è, ma è davvero poca, poca roba.

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