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Source Code

Regia di Duncan Jones vedi scheda film

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Enrique

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Source Code

di Enrique
7 stelle

Si parla di disastro ferroviario e viene in mente Unbreakable - Il predestinato; ma, invero, il dramma si ripete ancora; ed ancora; ed ancora… ovvero un “effetto rewind” (alan smithee) che fa pensare a Prospettive di un delitto. Salvo il fatto che la frammentazione prospettica risale all’angolo visuale di un medesimo individuo (che rivive in un corpo “immaginario” indi per cui vedasi Avatar e/o Matrix), la cui abilità investigativa viene sollecitata da autorità che dispongono dei mezzi per imporre la propria volontà ed allora con la mente si ritorna a L’esercito delle 12 scimmie. Eppure l’adrenalina di un countdown irremovibile unita alla possibilità di distorsione spazio-temporale rievocano finanche Déjà vu - Corsa contro il tempo Ma se, alla fine, prevale il desiderio di sopravvivenza (da parte del singolo manipolato dal sistema; Snapoeaz68) il pensiero corre a Moon (quanto a Edge of tomorrow, viene dopo ergo si chiama fuori dal gioco, mentre rispetto a film come Ricomincio da capo, Le Morti Di Ian Stone e Next - che vengono prima - devo dire che non ho ancora avuto il piacere di vederli).

 

Dunque, in qualunque modo la si metta, Source Code è un film “già visto”, ovvero è il risultato di esperienze filmiche anche molto diverse, ma tutte accomunate dall’elemento fantascientifico (in generale) e (in alcuni casi anche) da un paradosso temporale (in particolare) come collante e vettore di senso. Un senso tutto suo - nel caso di Source Code - difficile da apprezzare nella sua interezza, ma non sino al punto di disconoscerne l’idoneità a sorreggere la struttura di un fantathriller confezionato a regola d’arte per regalare 90 min. c.a. di intrattenimento parecchio avvincente (perché se il film rappresenta un passo indietro rispetto alla solitudine angosciante di Moon - ed alla relativa fantascienza di marca filosofica - esso costituisce un passo avanti verso il processo di normalizzazione hollywoddiana ad alto budget - Snaporaz68 - che non si lascia solamente rimpianti alle spalle). Un intrattenimento che, peraltro, non disdegna prendersi il suo tempo (poche manciate di minuti, ma da vivere in molti modi possibili) per toccare anche tasti più drammatici capaci di far vibrare le corde dell’emotività e del sentimento (più o meno spiccio).

Tutto sembra funzionare, dunque, salvo per il tentativo disperato di voler far quadrare il cerchio (Stuntman Miglio) a tutti i costi (tentativo alla radice del quale si insinuano le più disparate teorie della fisica quantistica; e qui mi fermo). Tentativo (intrapreso sulla falsariga del ben più riuscito, da questo specifico punto di vista, Ritorno al futuro) forse evitabile (o forse no atteso il già ridotto minutaggio).

 http://37.media.tumblr.com/tumblr_lpvi08eG5F1qjbsoho1_1280.jpg

 

Una cosa è certa; di Jones piace quel romanticismo di fondo e la capacità di anticipare un happy-end perfetto come un bacio in fermo-immagine a suggellare una seconda occasione (Stuntman Miglio), ergo l’equazione “Duncan Jones alla regia = film assolutamente da vedere” si fa sempre più solida.

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