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The Amazing Spider-Man

Regia di Marc Webb vedi scheda film

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M Valdemar

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La recensione su The Amazing Spider-Man

di M Valdemar
2 stelle

Da un grande potere derivano grandi fesserie: The Amazing Spider-Man.
Un reboot da ributtare nei bidoni della spazzatura “creativa” dei potentissimi e (inci)vili creatori/produttori di questa ingorda operazione commerciale, frutto di una politica scellerata e pericolosa.
Cioè: facciamo finta di niente? Non è di “ieri” la trilogia targata Sam Raimi?
Solo chi ha meno di dodici/tredici anni può apprezzare la “novità”, per tutti gli altri una continua, insinuante, ronzante, assillante, poco simpatica sensazione di déjà vu.
Dopo dieci minuti pensi: “questo film l’ho già visto”.
Dopo venti minuti sei sicuro: “quella scena mi ricorda troooppo qualcosa".
Dopo mezzora profetizzi: “sì, va beh, mo’ succede che …”.
Alla fine sbotti: “Tutto qua?!”.
Ebbene sì: tanto rumore (in tutti i sensi) per nulla. Nulla di nuovo, nulla di eccitante, nulla di non già visto/sentito/assimilato (e non solo dalla precedente saga), nulla di che.
Non un film orrendo, s’intende, poiché appartiene alla codificata ed estremamente professionale combriccola blockbusteriana, di derivazione fumettistica, e pertanto legittima portatrice di collaudati meccanismi narrativi e fascinazioni visive e sonore. Un “giochetto” (arci)noto, dagli effetti limitati e precisamente misurabili (la durata del film stesso), infine, dunque, sterile e facilmente espellibile. In pratica un’eiaculazione precoce con partner a pagamento: l’effimero e fiacco - quasi forzato - piacere scompare, e non resta pressoché niente.
Se poi si aggiungono il fiato corto, affannoso, l’umorismo di riporto modesto e saltuario, lunghe fasi di stanca, e diversi passaggi scritti e risolti sbrigativamente, senza sufficiente capacità di spiegare, interagire, “ingannare” (a mero titolo esemplificativo: come e dove, e quando, e con quali mezzi, Peter Parker si procura le iperchilometriche, fortissime, e all’avanguardia “ragnatele”? E com’è che in cinque minuti si costruisce degli aggeggi sofisticati e superefficienti per “spararle” a distanza che alla Nasa ci impiegherebbero anni?), allora è ben comprensibile il fastidio. Alimentato, inoltre, da una non decisa ed efficace descrizione di caratteri e personaggi, le cui relazioni in alcuni casi cambiano in maniera troppo repentina e incongruente, come a voler a tutti i costi accelerare verso l’epico scontro finale, non curandosi di fornire adeguato approfondimento alle azioni e motivazioni delle figure in campo, anzi perlopiù definite per mezzo di schemi e metafore elementari, tracciabili su un semplicistico e monotematico piano dal quale, per puro apparir affrancati dall’ingombrante ombra raimiana, viene evitato il celeberrimo motto sui poteri e responsabilità, comunque declinato banalmente in altra forma.
Per poi tornare - appunto: impossibile fingere di non ricordare il passato recentissimo - alle situazioni e scene già bagaglio della memoria collettiva: l’amore scolastico, i bulli, la tragica morte dello zio, la scoperta del “dono“, i sensi di colpa, la volontà di porre rimedio, le responsabilità, il cattivone da affrontare. Tutto già filmato e rimirato, e qui rappresentato in modo più o meno differente. Eppure uguale, copia conforme di un atto riuscito e precursore.
Per quanto ogni singolo componente possa dirsi certo non scarso, tutt’altro: musiche ficcanti e precise, “giuste” (pure troppo), messa in scena senza sbavature, effetti speciali buoni (con un 3D ottimo in un paio di sequenze), montaggio frenetico e puntuale, recitazione discreta.
Ecco, proprio sul protagonista erano ovviamente concentrati i riflettori,e Andrew Garfield fornisce una buona prova, anche se dal confronto con Tobey Maguire ne esce sconfitto per via di una minor abilità espressiva nel sostenere i mutamenti del personaggio. Ma tutti gli attori si dimostrano bravi, compreso un inedito Rhys Ifans nel ruolo del dr. Connors, il villain di turno, e naturalmente Emma Stone, la quale però, se non fosse per i suoi occhioni verde smeraldo e l’innato talento (soprattutto brillante, e qui non sfruttato), passerebbe per una biondina/bella della scuola qualunque. Ritorna rossa, please!
Sicuramente ritorna il secondo capitolo del “nuovo” Spider-Man, come annunciato durante i titoli di coda.
Decisamente un film già visto.

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