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Sherlock Holmes: Gioco di ombre

Regia di Guy Ritchie vedi scheda film

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La recensione su Sherlock Holmes: Gioco di ombre

di Viola96
8 stelle

Direttamente dalla penna di Sir Arthur Conan Doyle(con qualche licenza, come al solito) Guy Ritchie dà un seguito a quello che è, ad oggi, uno dei suoi migliori lungometraggi: Sherlock Holmes. Il detective di Baker Street, in Ritchie, è un semi psicopatico, che si potrebbe addirittura definire geniale nella sua follia, che non riesce ad andare avanti senza l’ausilio del Dottor Watson, che in questo secondo capitolo troverà addirittura l’amore e si sposerà, ossessionato dall’idea di divenire un grande detective scovando un grande criminale. E la cosa potrebbe essere resa possibile quando nella storia appare il criminale Moriarty, uomo dalla grande intelligenza e sopraffino genio del male, che si cela dietro ad esplosioni di bombe, morti di ricchi industriali, e scandali vari. Il secondo capitolo della saga è addirittura più divertente del primo: girato sicuramente meglio, con un cast che ha delle aggiunte formidabili(Noomi Rapace, fantastica) e con un regista che molla tutto e si dà al divertsimment più totale costringendo lo spettatore a guardare e a lasciarsi estasiare da tale opera. L’idea del viaggio per buona parte dell’Europa non risulta scontato e semplice come si poteva immaginare, anzi, grazie al dinamismo delle scene d’azione e alla brillantezza dei dialoghi, nulla appare scontato e tutto in realtà risulta carino e  Ritchie ci introduce subito alla logica del “trasformismo” che infetterà praticamente tutto il film, così da confondere anche lo spettatore e da farlo quindi rimanere ammaliato per la durata(forse troppa) del film. Poi, questo secondo capitolo, si avvale di mini invenzioni cinematografiche, come flashforword , uso eccessivo di ralenty, aumento della velocità instabile, che rendono il film un racconto in cinema che appassiona dall’inizio alla fine. Il film possiede, purtroppo, anche dei difetti: la scena nel bosco, tutta piena di quelle invenzioni cinematografiche di cui sopra, appare a un certo punto ridicola, banale, ripetitiva e del tutto evitabile. Ma è solo un piccolo difetto in un marchingegno quasi perfetto, che riserva sorprese allo spettatore, una dose di humour british da non sottovalutare e stoccate da cinema di classe, che però lasciano il tempo che trovano.  Lo Sherlock di Robert Downey Jr sarà ricordato come l’uomo di classe che getta una donna da un treno, o come colui che si dà totalmente al travestimento, e come una delle migliori figure del new new english cinema, coadiuvato da una spalla che fino a poco tempo fa giocava semplicemente a fare la bella statuina e che invece ora finalmente ha un ruolo importante in cui può dimostrare di che stoffa è fatto(naturalmente parlo di Jude Law).  Infine, Sherlock Holmes: Gioco di Ombre è un film che serve soprattutto allo spettatore annoiato che vuole lasciarsi trascinare in un’altra epoca, come l’Inghilterra Ottocentesca e partire alle spalle di due uomini e una donna, pronti a tutto per risolvere un difficoltoso caso che li porterà a rivedere più cose anche nei loro rapporti. Tutto il film è un falshback, dato dalla macchina da scrivere di Watson che batte la storia di questa avventura. Ma nel finale, tutto verrà nuovamente messo in discussione, dando probabilmente l’attacco per un prossimo capitolo. Si spera, al livello dei primi due.

Su Guy Ritchie

Bravo, uno dei suoi migliori film.

Su Robert Downey jr.

Buona prova.

Su Jude Law

Non male.

Su Noomi Rapace

Fantastica.

Su Rachel McAdams

Poche scene, ma intriganti.

Su Kelly Reilly

Non male.

Su Jared Harris

Così così.

Su Stephen Fry

Buona aggiunta.

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